Esiste un luogo dove la coscienza smette di fingere e si riconosce per ciò che è:
un cammino imperfetto ma vero.
Ogni errore diventa direzione, ogni silenzio un atto di presenza.
Non c’è più ricerca di salvezza, ma accettazione della propria sostanza:
un equilibrio fragile e sacro, dove la verità non redime — rivela.