L’aspetto architettonico più innovativo della Chiesa di Sant’Andrea è la stupenda cupola con lanterna che genera una molteplicità di sorgenti di luce, che, a seconda delle ore del giorno, determinano sempre suggestivi effetti di illuminazione!
L’aspetto architettonico più innovativo della Chiesa di Sant’Andrea è la stupenda cupola con lanterna che genera una molteplicità di sorgenti di luce, che, a seconda delle ore del giorno, determinano sempre suggestivi effetti di illuminazione!
Una sconfinata fiducia nella tecnica, capace di realizzare tutto ciò che si pensa e si desidera. In possesso di una tecnica prestigiosa, posta al servizio di una fertilissima immaginazione, in perfetta consonanza con la cultura del suo tempo, il Bernini seppe dar vita, nella sua vastissima opera, agli ideali, ai miti e alle aspirazioni temporali e spirituali della Roma papale del Seicento. Elementi della sua formazione furono: la tecnica consumata del tardo Manierismo.
l’altare maggiore in bronzo dorato e lapislazzuli che incornicia la pala seicentesca raffigurante il Martirio di Sant’Andrea di Guglielmo Courtois detto il Borgognone
Sul timpano che sovrasta l'altare maggiore, Sant'Andrea in gloria si rivolge verso il cielo e apre le braccia per salire verso Dio. Sulle finestre sono rappresentate coppie di pescatori, i compagni di Andrea (che era un pescatore) e gruppi di cherubini giocosi che sostengono ghirlande sulle quali sembrano appoggiarsi i costoloni della cupola.
Molte le opere di valore: splendida la cappella maggiore con altare in bronzo dorato e lapislazzuli, disegnata dallo stesso Bernini e ornata da una raggiera dorata con angeli e cherubini di Antonio Raggi; al centro si trova una tela con la raffigurazione del “Martirio di Sant’Andrea”, opera del Borgognone. La prima cappella di destra ospita invece tre tele di Giovanni Battista Galli detto il Baciccia.
La pianta, centralizzata, è ellittica, con l'asse maggiore trasversale; le minuscole dimensioni sono così dilatate in un ampio respiro. Chiese di pianta ellittica verranno poi realizzate anche altrove, ad esempio a Forlì, a Lecce o a Palermo. Il che segna il diffondersi dell'idea di Keplero della forma ellittica delle orbite dei pianeti.
Le due absidi laterali non sono occupate da cappelle ma da elementi di sostegno, così da spingere lo sguardo direttamente sull'altare maggiore, costituito da una cappella in cui la pala d'altare è illuminata da una fonte di luce nascosta, secondo un espediente mutuato dalla scenografia teatrale di Gian Lorenzo Bernini .
Adorno di rari marmi policromi, stucchi e dorature, l’interno è a pianta ovale con l’asse maggiore perpendicolare a quello d’ingresso. Le cappelle radiali sono arretrate in modo da non interrompere il ritmo continuo dell'ovale e l’impressione di grande respiro spaziale. La stupenda cupola con lanterna, decorata con cassettoni dorati e grandi figure in stucco adagiate sulle cornici delle finestre, genera una molteplicità di sorgenti di luce che, a seconda delle ore del giorno, determinano suggestivi effetti di illuminazione.