Libero

daunfiore

  • Donna
  • 55
  • Lunaedintorni
Gemelli

Mi trovi anche qui

Profilo BACHECA 480

daunfiore più di un mese fa

In momenti come questi, nulla di tragico, solo un momento casuale di riflessione asciutta e di assenza desiderata, bramata, mi pento di non essere riuscita, nel tempo, a trattenere esattamente quelle cose che mi ero appuntata alla testa, o su di là, da quelle parti. Come se fossi un imbuto, una donna imbuto, e gocciolo oblio e distrazioni. Da un certo punto in poi la mia vita è diventata una collana di distrazioni, perle che scorrevano sul filo, l'una dietro l'altra. E tintinnavano un pochetto all'impatto, con una assestazione precaria. Mi era ripetuta spesso, che avrei assolutamente dovuto ricordare quella cosa, quel nome, quel titolo di film, quella marca di calze, di shampoo o di biscotti. E invece, adesso sento solo, al posto di quel nodo, di quel fazzoletto invisibile, che c'era qualcosa che avrei dovuto ricordare, qualcosa che era così importante ed indifferibile ed irrinunciabile. Al punto di non aver lasciato traccia. "E' un pò distratta". E il volto di mio padre diventava i suoi occhi blu come due spilli; in fondo quella maestra, la mia, non si era resa conto dell'incredibile disastro che aveva creato alla mia giovane e pseudospensierata giovinezza. Se gli avesse detto che avevo sgozzato un compagno di scuola, non sarebbe stato altrettanto grave. Il rendimento era l'unico parametro della mia modesta ed acerba vita. E tutte le rassicurazioni successive non giovarono al mio destino ed alla punizione che ne sarebbe venuta. E neanche quella ricordo. Nulla di rilevante, niente di che al cospetto dello sguardo inceneritore di mio padre. La mia memoria è un colabrodo. Trattiene poco e male. E chi lo sa cosa sia davvero utile. Quale sia la misura della probabile utilità. Non mi importa essere efficace nel dire, nè di dire. Ma di non aver non detto. Una specie di vizio, era così sin da piccola, con i miei slanci in un patto di lealtà con il mio cervello, il morbido ed indisponente piatto da portata, di cui sopra. Forse per quello condisco sempre tutto con il prezzemolo. Ecco io sono in quel tocco, anche se sbagliato, eccessivo. Non mi è mai importato essere cinica, perchè sento il cinismo irritante quasi quanto la supponenza. Ed è per me solo una forma spietata di moralismo. Ci ho provato a comprenderlo, mi sono ritirata, irrigidita, infilata nelle mie ossa, ma poi ho ripreso a scorrere, ad accatastarmi in onde. E ho compreso che non voglio stare senza l'irruzione e l'entusiasmo e la confusione della bellezza, perchè la bellezza è ovunque. E forse dovremmo esercitarci a cercarla, a stanarla. Non ha bisogno di tortuose e fittizie ostentazioni. Ma di occhi senza pretese, con la sola voglia di essere riempiti. Perchè è quella la misura reale, di una oscillazione irreale, non permetterci mai di avere occhi pieni zeppi. E vi dirò, francamente, che spesso mi è capitato, e mi ha fatto persino rabbia, di restare delusa. Non parlo di sconvolgimenti emotivi esistenziali, o di tormenti o di lacrime versate o di devastanti episodi. No, parlo del semplice fluire della vita. Del rispetto e del pensiero. Di una pila di mattoncini. Perchè forse gli occhi sono solo un tramite. E il ricordo è solo un segno. Forse il corpo ne conosce altri. Io mi sono abituata a non dedicare pensieri a quella delusione. Ma di innalzarla al cielo come una lanterna nel buio. Perchè il pericolo nella vita è in alto, non in basso.
 
 

 

 

Poi con il tempo ho capito che la memoria è la casa,
è l'immagine più vivida della nostra perfezione.

Ti piace?
13
daunfiore più di un mese fa

ancora nel blue hole…e poi Napoli tra le vene...

La mia verità- dici spesso – sembra il riflesso deforme nello specchio. Nei miei occhi l’urlo di foglie sconosciute, la loro eco spenta che si ribalta e mi genuflette. Ho un taglio che diventa deriva.

Scavami,

sino a raccogliere ogni brivido,

come se fossi un campo dimenticato.

Stanotte la luna sembra così vicina, come se fosse un oblò su un mondo segreto. Nel mio groviglio, a volte la paura si mescola, più fitta e densa, alla delusione, al timore di non sapere e non potere. E io non so più tremare.  Nel profondo, respiro fragile, e non ricordo. Eppure vorrei. Niente resta incastrato a niente. Il vento ha una voce potente, ed una forza disperata, sembra una corda, ruvida, verso percorsi ignoti. Come se ci fossero vene capaci di essere fiumi.

In fondo al pozzo pulsano quelle vene.

Battono ancora?

La pelle è una mappa. I tuoi occhi come sigillo della mia indecenza, tutta quella di cui sono capace e che mi fagocita. Sono un nastro rosso che prende forma e si piega con il delirio. Hai smesso di scavarmi?

Una goccia, sulla schiena, segna il percorso. Sono inversamente innocente. Ed ho imparato ad ignorare. Con molto dolore. Ascolto solo i miei sensi. Una lama, incerta, ma vorace.

Sul mento.

Puoi baciami.

Ma salvami la bocca, ti prego.

Prima che sia dannata.

A volte penso a tutto quello che è scorso, ai segni, dentro e fuori di me.

Ed è vero, scorgo il delirio e lo afferro, ma solo per un attimo, come se il corpo, alla fine, fosse capace di vincere sulla mente e di scegliere, sapientemente, anche per il cuore. E rifugiarsi ancora in una tasca di vita.

A volte ti ho urlato che ti volevo, nonostante te, me, nonostante tutto. Ma non volevo te, adesso o sempre, o in mai possibile, volevo te in quelľistante esatto, morbido e mio, fragile e vero.

Forse si, lo ammetto, mangio troppa cioccolata.

Ti piace?
8
daunfiore più di un mese fa

E in un nanosecondo l'incanto fa splash....

Ti piace?
5
daunfiore più di un mese fa

Come se la verità fosse una gabbia....e nell'istinto si annidasse la parte peggiore di noi. E la fiducia leggera e fragile come un'ombra, piccola guerriera contro la luce.

Proteggersi è solo un modo per mediare. Un baratto con la vita. Un gioco di bene.

E il cuore oscilla. 

Parlarsi a cuore aperto non è mai un monologo. Ma se ti incastri con la realtà, sanguina come un anacoluto.

Quale è. E altro non può essere.

Corsi e ricorsi. O solo percorsi, magari inversi.

Ti piace?
8
daunfiore più di un mese fa

La indecenza, quella vera, diviene ad un tratto una nuova pelle, rigata dall'istinto e dal desiderio. Perchè è la purezza la macchia che non riesci più a cancellare. Un timbro nella mente.   

Ti piace?
10
daunfiore più di un mese fa

E' che il barlume di speranza, della speranza, è nell'etica. La voce della vita che continua a parlare, oltre ogni stella, in un cielo che è davvero cielo. Nessuna stella di cartone. L'aria sa di sale. Ed il mare continua ad accarezzare incessantemente la terra. Ma io non so se saprò, se riuscirò, ad essere tanto forte. Seguire il filo d'anima che modella i giorni fino a renderli vita. Chiedo giustizia o pane per il cielo sotto questo cielo? Mano, bocca e dignità quasi si confondono. Nell'essere piccoli, che ci rende così vicini, senza mescolarci, c'è la grandiosità dell'umano. Forse il segreto è quella semplicità che inseguo. Tutti la inseguiamo, anche quando professiamo la nostra asserita ed assunta compelssità.Tessere di anima e carne. E di cuore, che non è poco. Ed avvicinarsi ed allontanarsi dalla idea migliore di noi, fino a sovrapporre colori, forse scie, quasi contatti rumorosi. Non è riempiendo di dettagli i pensieri che i pensieri diventano diversi, si moltiplicano. Ne resta sempre uno incredibilmente profondo sotto. La idea di noi più vicino al sogno e lo stridore nel solco per arrivarci. Ed a volta il tonfo della caduta. Il suono del nostro corpo che non smette di vivere. Come una macchina, più di una macchina. 
A volte sembra quasi che tutto sia questione di colori per essere felici.
Meritare, meritarsi o sognare?
Come se volere sia il dettaglio che complica.
Basterebbe intuire e lasciarsi trasportare.
E scorrere.
Senza colpe nè rabbia, come canne. 
No, non so essere tanto forte. 
A volte paura e solitudine si sovrappongono.
E non sai distinguerle.
Pensavo oggi al corpo di una donna, essere tra gli esseri, foglia ricca di linfa, di stomi, grotta che nasconde e che attrae, e poi restiuisce in gioia e tormento, tempio in cui il divino ed il fedele si avvicinano pericolosamente, senza controllo, senza rito, e taverna per viandanti, o solo giardino di delizie. Fiori e frutti. Il corpo di una donna è veliero nel vento, portatrice di misteri così profondi da sembrare abissi. E di volare.
E tutto meravigliosamente nella mente.
Nel dono, quello più grande, la vita.
Nel mescolarsi del contenuto, della sua forma, del sangue con i pensieri, resta l'intimità di quel sentire che spesso sviliamo, ma che è un segreto che ancora la carne al cielo.
E non si discute, quel corpo sa essere preghiera.
Di vita.
E richiede rispetto, assoluto.

Ti piace?
13
daunfiore più di un mese fa

Chi dice di mentire a fin di bene, mente e basta. Nessun bene è compatibile con le menzogne.

Ti piace?
7
daunfiore più di un mese fa

Si sentono tutti spiati, desiderati, ambiti, osservati. Mi dispiace per voi. Non vi si fila nessuno!!!! Siete solo degli sfigati/e 

Ti piace?
4
daunfiore 20 luglio

 

 

E alcune solitudini, come gusci preziosi in cui infilarsi.  Non dovrebbero abbandonarci mai. In attesa dell'attimo in cui riuscire a ritrovarci, proprio là. Dentro di noi, anche se sospesi in qualche periferia. Piccoli e timidi stupori  che ricamano sul disincanto spiragli di ordine e generosità.  Una tela spesso fatta e poi disfatta. E il filo scorre...

Ti piace?
13
daunfiore 16 luglio

E poi ti infili nella sacca di immenso, se hai voglia di donare un po' di bene. E ci provi sinceramente. Perché nessuna bellezza tocca l'essenza come la autenticità. E lo intuisci, lo afferri, lo mordi, fino a sbranarlo. Quel lembo di serenità. Hai imparato che la paura è un condimento sbagliato e ci soffi sopra per allontanarla appena ne scorgi la polvere.

Ogni volta che qualcuno fa del male a una di noi, lo fa a tutte.

Ti piace?
9
, , , , , , , , , , , , ,