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daunfiore

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daunfiore più di un mese fa

E si divaricano le sensazioni e divergono dal cuore. E resti sospesa, cesellata a forma di dubbio. Mentre i tuoi sogni oscillano lontani e i morsi non sanno più di pane. Sulle labbra una goccia di inquietudine. Ed una macchia rossa sul cuore, che non si cancella.

Mentre la mia voce si perde in giri irregolari e la dignità si intreccia con il dolore.

Eppure io volevo solo un petalo...

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daunfiore più di un mese fa

E poi davanti al mare ti ho detto ancora addio, dopo avertelo detto già mille, e più, e più, volte. Solo il cuore rende così tanto ridicoli; quando i nostri pensieri, i nostri sogni, i nostri sussulti e persino i nostri passi, sono a forma di cuore, siamo inermi ed assolutamente e teneramente ridicoli. Come le lacrime sotto le stelle, nel vento freddo e sincero che viene dal mare. “Questa è la pioggia del cielo” – ti ripeti e piovi. Allora si è di fronte alla verità e la verità rende sempre forti. Come un urlo contro il muro, come un pugno nel vuoto, come morso all’aria. I tacchi incerti sull’asfalto ed il rumore della strada. Estranea, in una città a volte così amica ed altre così nemica. Io ed il mio fiato, sogni sparsi senza direzione, ed una freccia per il futuro; con un biglietto nuovo. Occhi nuovi ed attenti, occhi indifferenti e distratti. La voglia di respirare ancora, ed il timore di sciupare il fiato che resta. Lo trattengo nelle tasche e nelle pieghe di un sorriso, mai aperto e vero fino in fondo. La paura rende così orribili. Un tempo forse ero migliore, adesso sono diversa, crudele, dura. Sono cattiva, come quelli che vedevo e credevo cattivi, senza capire. Chi ti giudica non sa e non può sapere. E a volte la gentilezza è la carezza migliore che la vita può offrirti, quella di chi ti cerca senza una pretesa, senza punti di domanda, senza chiedere nulla se non te stessa, anche se di te restano briciole, molliche di donna e quei segni bastardi. I passi, a forma di cicatrice, non sono più sinceri e fermi, perché la strada è dura. E tu sei priva di equilibrio, inciampi e risali e poi cadi ancora. E vedi solo i tuoi lividi, ignara delle mani che ti hanno sollevata. Vorresti solo che le tua ginocchia smettessero di sanguinare ed i tuoi polsi fossero ancora capaci di accarezzare il vento. Forse non ti dirò mai addio per davvero, incastrato ad un frammento ignaro di gioia, ed anche se lo urlerò ancora, resterai là dentro, qua dentro, sulle mie vene. Addio ed è un addio ridicolo di una donna ferocemente ridicola, come di chi conserva e distrugge e poi conserva ancora.

I miei occhi sono verdi, come le foglie in autunno ed io sono la terra che non sa più aspettare la primavera.

Ma nessuno può saperlo

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daunfiore più di un mese fa

Pensare, pensando…

E cronache. Di mille morti annunciate. Di baci mozzati tra sorrisi esplosi e rubati. E di respiri vicini addosso, quasi addossati a muri sconosciuti. E la folla che nascondeva, ignara, tutto quel desiderio. E il tuo odore ovunque. Esploso nella testa. E nella carne. E poi ancora nella testa. E un addio masticato, mozzicato e risputato. Mille volte. Come se le lacrime fossero righe del destino. In cui il fiato ad un tratto doveva inciampare. Mentre intorno tutto era uguale. L’amore è una colpa. Se non sa tacere. Se ti contorce il cuore. Spinge e punge. E quel puntino bastardo se ne frega di ogni ragione e dell’orgoglio e persino dell’odio. E del disprezzo. E ti riempie l’animo di piccoli pizzichi, come una zanzara. E l’odore del mare che si è riempito all’improvviso di tanta nostalgia. Cronache. Una e tante. Tra i sorrisi delle prefiche che scandagliavano solo quel momento, tra le trame di tessuti, che poco hanno a che fare con la realtà. E i fili della mente. Il mio dolore non sarà la tua gioia. Come può una sorella gioire del dolore dell’altra sorella? Figlie della stessa terra che ci risucchierà come un grande ventre, dopo averci fatto accogliere più possibile. E quella cronaca era nei baci umidi, umidissimi, senza confini, come maree. In cui l’anima spingeva e si mescolava al desiderio. Forse è successo per davvero? E chi era quella donna con i palmi madidi di sogni, stretti stretti?

Scampoli di delirio, niente altro…

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daunfiore più di un mese fa

Raccolgo il cuore e lo tengo tra le dita. Voi che ne sapete? Cosa potete saperne? Nessuno può. Viviamo tutta la vita in attesa di un incastro perfetto, di una comprensione ideale. Ma esiste quella parte di noi alla quale non arriva nessuno. Nessuno può. Nessuno deve. L’angolo remoto di noi stessi in cui non servono parole, dove ci ritroviamo, oltre il bene e il male. E là è tutto semplice.

Il cuore ha bisogno di spalle dritte e di occhi limpidi. Del resto, no.

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daunfiore più di un mese fa

Mi clono e mi riclono. Sono troppo egocentrica per voler spiegare. Ma un angolo buio mi serve, ne ho un disperato bisogno. Come l’incavo della spalla di mio padre, in cui dormivo quando​ avevo bisogno di sentirmi protetta. Un piccolo buio oltre gli schemi, per lasciare andare, navigando oltre il confine, ogni pensiero.​ Oltre il mercimonio di ogni candida confidenza. E mordere il cielo quando ne ho bisogno.

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daunfiore più di un mese fa

E una voglia immensa di tenerezza...

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daunfiore più di un mese fa

 

 

Alla fine tutto si fa solo per solitudine. La solitudine non la si sceglie, accade e diventa. L'importante è che trovi il suo spazio dentro di noi mentre cresce. Come un piccolo semino. 

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daunfiore più di un mese fa

Mi piace sentirti come il pensiero più segreto che ci sia, praticamente di quelli che vibrano nella luce della indecenza più sfacciata. Sai benissimo che ci sono parole che non pronuncerò mai più. Ma tu sai leggerle sulla mia pelle. La mia storia è intrecciata ai miei errori. E te la sto ancora raccontando.A modo mio.

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daunfiore più di un mese fa

Ed è all'improvviso apprezzi il senso benefico del silenzio. Niente rimbomba e tutto scorre. Non ti riempi di certezze ma solo di attimi che seguono attimi. Spesso abbiamo la convinzione che gli altri debbano esserci solo perché noi abbiamo cercato di esserci per loro. Ma anche quello è egoismo, come la pretesa di ricevere perché si è dato. La unica logica è continuare a camminare, passo dopo passo, senza impegnarci troppo a vivere ma solo ad essere felici. Io non ignoro perché neanche mi ricordo. Ho solo voglia di stare bene. 

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daunfiore più di un mese fa

E la luna, come una virgola, macchia il cielo e si frappone ad ogni pena...

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