La neve ricama vite sconosciute. E ci si nasconde in un cantuccio per dimenticarsi, fiato su fiato. La delusione gioca con il respiro e lo tagliuzza. Resta la pelle ed una verità dai bordi smangiati e la mia bocca rossa. E il cuore che non smette. Se solo il destino ci avesse messo una virgola prima. Prima dell'inizio, prima della fine. Prima di tutto. Prima di ogni menzogna. Prima di essere deriso.Il cuore adesso è lanciato tra le stelle ed è lontano. A me piace pensare che sia così. O forse è solo un semino sperso nella terra, a caccia di futuro.
Profilo BACHECA 478
Adesso con le parole potrei disegnare impervie contorsioni, scie di peccato, macchie imperfette. Ma mi volto e mi perdo nell'odore del mare e segno l'aria con la femmina che mi possiede. Oserei, ma non ho nulla da perdere...
Tutto deliziosamente semplice ma non banale...
E poi comprendi...
E all'improvviso ancora black. E di ombre e perversa tenerezza fodero il fiato. Quasi come rovistare nella malinconia, prima di perdersi. Per non trovare mai il posto giusto...
All'improvviso tutto si palesa, come per incanto. Non ti senti invincibile, ma ti senti semplicemente stanca dei soliti giochini, dei quali conoscevi i meccanismi e ti facevano sorridere perchè ne riconoscevi le dinamiche. Adesso, non gli dai più la carica. Hai staccato la spina. In fondo ciò che hai sempre saputo non è neanche più verità. Se qualcuno ti ha fatto del male, nessuno è santo perché te ne fa di meno. E il male peggiore è pensare di poterti controllare la vita ed i sentimenti. Infatti è quasi peggio di giudicare. E conservare un pugno di merciume, sempre lo stesso, da tirarti addosso al momento opportuno, prima di raccontarsi una nuova bugia, anche quella, sempre la stessa.
A volte la solitudine è come se avesse un corpo, una sua anims e un suo cuore. E l'attimo in cui ci scivoli dentro è senza ritorno. Non ti tocca più nulla. Ma ti dona occhi nuovi. Nessun trucco, nessun artificio. Nessuna verità. Gli altri esistono nella misura in cui glielo consentiamo.
ogni volta che…
Vado e torno. Senza passare dalla stazione. Rigata da qualche pensiero strano. E il bisogno di scrivere. Senza direzione. E di fregarsene. Oltre ogni frammento concessoci di orizzonte. Il bisogno di uno spicchio di futuro. Quasi come il desiderio. Come l’indefinito che si staglia sul cielo, e smangia nuvole. E precipita nel primo tramonto. Più timido di un raggio di sole.
Da adesso, dal rosso in poi…
Lo strano modo di comunicare degli spiriti sensibili. Pochi messaggi, dritti al cuore. Senza bilanciare le parole, utili per spingere oltre i pensieri. Barchette in piccole derive.E carezze inaspettate. Voglio un mondo senza forma. Pieno solo del respiro delle cose, delle vite, dei momenti, che tutto avvolge.
Ci lascia un anno in cui è stata svilita, aggredita, sfregiata la fragilità. In ogni modo. Non siamo migliori. Non ci ha reso più buoni. Per il nuovo anno mi auguro, e auguro a noi tutti, di saper ancora sperare. E di non smettere di credere nel buono e nella bellezza più autentica e sincera. Il resto è noia.