E nell'inconscio c'è la nostra più grande verità.
Profilo BACHECA 491
Ed è sabato, e ci ribaltiamo senza dargli troppa importanza nei giorni . Allitteranti e in precari equilibri. A caccia di un respiro giusto. Mai esatto ma vero. E di bellezza. Forse di una parola nuova, capace di sbocciare e di schiudersi. Non siamo forse noi fiori di carne? Destinati, comunque e ovunque, a sentire. Oltre ogni previsione.
Sale e sangue. L'odore del mare è la mia seconda pelle, della quale non so spogliarmi. E un po' tutto di me sa di sale. Anche quando vorrei fosse dolce. Resta un retrogusto amaro che è la parte più vera.
Mi muovo in un mondo fatto di sottili percezioni. E l'attimo dopo diventano sensazioni. Spesso scivolano subito e non lasciano neanche una scia, destinate al grande vuoto. Altra depongono una traccia che diviene seme, radice, vita, sino alle vene.
Ti ricordi quel castello di sabbia sulla riva?
Non ho più le parole giuste. Ma la vocina non smette di parlarmi. Si trasfonde in coscienza e poi in anima o solo in io narrante, quasi immemore. Non fa neanche tanta compagnia. Ma a volte sì. E trova le risposte, anche se non domando. Io non chiedo più. Mi limito ad osservare.
E poi intrecciare sogni e segreti. Alla carne, ai respiri. Ai lembi del tormento. A caccia di uno stupore reale. Di un frammento di un qualunque "può accadere". E prendere sempre e comunque le distanze perché non si teme il giudizio ma il deprecabile e grossolano scempio della propria intimità. Così ho imparato a proteggere il mio cuore, rispettandolo.
Si riesce a rinfacciare quando si è dato poco e farsi tornare a mente quel poco è davvero facile perché brilla nell'immensità del proprio ego.
L'anima è una malattia. Lo ho capito guardando il mare e sentendone le oscillazioni, l'abbandono e poi l'abbraccio, come parte infinitesima di un tutto, inspiegato.
Sono nata d'estate e il mio cuore odora di sale. Sono vissuta per gran parte dei miei giorni con il mare negli occhi, nelle orecchie, nel fiato. E appena posso torno da lui, amico e nemico che fagocita solitudini, apnee dense, diverse, quasi inverse. Nel gioco del tutto e niente in cui si perde sempre qualcosa. Io ho perso....
Nella incomunicabilità spesso vi è solo il bisogno di nuovi spazi. Nuovi voli, nuovi slanci.
Anche solo di un solo passo...oltre...
Corsi e ricorsi...
Ostentare è la più grande forma di debolezza. Può il bene diventare una corda? Allitterata, segno dopo segno, adesso la sincerità mi sembra una scusa per dare ai miei sogni una sagoma buffa.
Non è distacco, non è indifferenza. Ma solo un altrove, senza fiati e menzogne. Ora? I calici tintinnano lontano. La unica misura che depongo tra me e gli altri. Il mio pavimento è fatto di sogni e rimbalza oltre, stagliandosi in un altrove tutto mio. Non cercate risposte nella mia mente e neanche nel mio cuore. Non esistono. Le risposte sono nella carne e nei suoi segni.Nei sogni che vi si sono incastrati, come virgulti di un nuovo errore, di desideri segreti, di baci e morsi al destino.
"And how do you feel about how she feels about how he feels?"
"Le cose belle della vita vanno vissute con il cuore, non hanno bisogno di troppa filosofia. La loro grandezza è la semplicità." (C. Haddad)
Un passo da leone e cinque da formichina, tre da coccodrillo e un volo di farfalla.
Una spirale in cui la fiducia si specchia e si sminuzza. Non c'è molto di compiacersi se per vivere si ha bisogno di conferme. Anelli che si incastrano in una collana.
Perle e catrame...