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trillyina 13 agosto

 

L'altare maggiore con la pala San Carlo Borromeo con i fondatori dell'Ordine adorante la Trinità

Estasi di San Michele dei Santi

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La chiesa è a pianta mistilinea e le parti corrispondenti ai vertici sull'asse maggiore sono concluse da absidi semicircolari, come una sovrapposizione di una pianta a croce greca allungata e di un'ellisse, costruita geometricamente a partire dalla forma di due triangoli equilateri con la base comune sull'asse trasversale dell'edificio.

 

 

 

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Oggi ci sono rimasti molti progetti originali per la chiesa, che Borromini aveva realizzato per trovare una soluzione che si adattasse a due importanti necessità: il costo minore possibile, in quanto i frati non disponevano di molto denaro ed il massimo sfruttamento del poco spazio a disposizione. Grazie al genio dell'architetto, che seppe unire queste qualità ad un risultato elegante ed innovativo, la chiesa e l'intero complesso possono annoverarsi tra massimi prodotti dell'architettura barocca. La chiesa ed il complesso conventuale sono infatti caratterizzati dalle dimensioni sorprendentemente piccole e dall'estrema semplicità dei materiali, conformemente alla regola e alla spiritualità dei frati dell'ordine dei Trinitari, di origine spagnola e all'epoca appena insediati a Roma (nel 1609, guidati dal padre Gabriele dell'Assunta), ma anche alle idee artistiche del Borromini che ai materiali pregiati preferiva materie umili come l'intonaco e lo stucco, da nobilitare con la tecnica.

 

 

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La croce dei Trinitari, ricorrente in tutto l'edificio

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La porta del chiostro su Via del Quirinale

 

 

 

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La chiesa, il chiostro ed il convento vennero realizzati tra il 1634 e il 1644 da Francesco Borromini (imparentato con Carlo Maderno, in quanto lo zio materno, Leone Gravo, ne sposò la nipote). L'architetto ticinese, giunto a Roma attorno al 1620 dal Canton Ticino, aveva già collaborato al Baldacchino di San Pietro e al vicino palazzo Barberini. I Trinitari gli commissionarono un nuovo convento con annessa chiesa, dove già da un secolo c'era una piccola cappella. Il complesso fu costruito grazie al finanziamento e sotto il patronato di Francesco Barberini, cardinal nipote di Urbano VIII, il cui palazzo era stato appena realizzato lì presso dal già anziano Maderno, in collaborazione appunto con il Borromini.

 

 

 

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