….IL bullismo……un’altra grande piaga di questo secolo
Ogni giorno, purtroppo, se facciamo una ricerca su internet ci troviamo davanti ad articoli di vario genere che parlano di bullismo. Si tratta di fenomeno dilagante nelle scuole dove, ormai quasi ogni giorno, alcuni ragazzi usano violenza sui loro coetanei. Le vittime del bullismo sono scelte per i motivi più disparati: troppo studiosi, troppo grassi, troppo neri. A volte basta aprire gli occhi per rendersi conto che anche nella propria scuola episodi del genere non sono poi così rari. Non c'è un modus operandi dei bulli: semplicemente la voglia di prevaricare il prossimo per affermare la propria forza si traduce nell’umiliazione di un altro ragazzo. Gli atti di bullismo sono molto diversi, a volte si tratta di violenza fisica, altre la pressione è psicologica, ma il risultato è sempre lo stesso: la vittima si sente sola e isolata, e pensa di non avere né amici, né vie di fuga dalla propria condizione. Non è raro infatti che alcune vittime di bullismo, esasperate, cadano in depressione o peggio decidano di togliersi la vita. Ma chi sono i bulli? Spesso non sono altro che ragazzi isolati ed emarginati che, invece di cercare di stringere rapporti normali con i propri compagni di classe, cercano di affermare la propria identità tramite atti di violenza allo stato puro contro coloro che vengono considerati più deboli. Gli atti di violenza legati al bullismo sono i più disparati: dal ricatto morale, alla richiesta di soldi per non essere picchiati, a scherzi talmente violenti e umilianti da creare in chi li riceve ferite profondissime e difficilmente rimarginabili. Atti di una violenza e una cattiveria da far venire i brividi solo ad immaginarli, figuriamoci a subirli. Il bullismo però negli ultimi anni, con l'avvento dei social network ha assunto anche una nuova forma, diciamo che in qualche modo si è evoluto e si è trasformato in cyberbullismo. Questa forma di violenza è ancora più complicata da distruggere non solo perché il bullo può crearsi un'identità segreta, ma anche perché è molto facile ampliare il raggio di azione grazie ad internet. Per difendersi, ma anche per essere certi di non passare più o meno inavvertitamente dalla parte del carnefice, è quindi fondamentale usare in modo corretto i social. Il bullismo è perciò un tragico fenomeno crescente nel nostro paese e gli atti di bullismo sono ormai all'ordine del giorno e troppo spesso sentiamo nei notiziari o leggiamo sul web di giovani studenti che all'ennesimo atto di bullismo, stremati, hanno deciso di togliersi la vita, mentre altri ancora, cadendo in crisi, smettono di parlare e di giocare, praticamente, di vivere. Dobbiamo anche dire che quando si parla di bullismo bisogna sempre indossare i guanti di seta, perché si tratta di un argomento molto delicato che va a ledere e incidere profondamente nella vita dei più giovani i quali, soprattutto durante il periodo dell'adolescenza, stanno cercando di farsi largo in un mondo che, già di per sé, sembra difficilissimo e insormontabile da affrontare. Spesso si fa un ragionamento facile e quasi superficiale e si sostiene che i ragazzi che compiono atti di bullismo siano semplicemente cattivi. La punizione nei confronti del bullo, non basta: serve analizzare e andare a fondo nelle motivazioni che spinge quel bambino o quel ragazzo a prendersela con un altro, Di base vi è della sofferenza che porta a sentire il bisogno di creare un gruppo sociale in cui inserirsi unendosi nel nome della cattiveria perché si ha paura che, mostrandosi per quello che si è, gli altri non li accettino. Così si trova come collante l'odio anziché l'amore e lo si rigetta su giovani innocenti. Se da una parte vi è questo ragionamento, molti risolvono in modo sbrigativo la questione sul bullismo, dichiarando che questo fenomeno c'è sempre stato e che il boom di casi di oggi sia da ricercarsi nel fatto che i ragazzi non se la sanno cavare da soli. Questo discorso non fa i conti però con una realtà che cambia e soprattutto con l'evoluzione del bullismo che da "semplice" atto fisico oggi diventa anche virtuale: con i potenti mezzi dei social, un insulto o una presa in giro ha una audience enorme. Un tempo, infatti, le prese in giro magari rimanevano ancorate al paese o alla classe, mentre adesso, con un semplice messaggio su whatsapp o un post su Facebook, la persona derisa può finire nel mirino di una intera città o di un'intera platea di sconosciuti sul web e il dolore provocato è ovviamente di entità ancora maggiore. Il bullismo quindi non può oggi essere ridotto a mera presa in giro superficiale, deve essere analizzato e capito come un fenomeno sociale ed antropologico a tutti gli effetti. È importante analizzarne le cause, da dove viene questa rabbia e questa voglia di prevaricare gli altri andando così non a punire dopo, ma a prevenire e a evitare le conseguenze.