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LabileAurora

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LabileAurora più di un mese fa

 

 

Nel nostro mondo vertiginoso la verità dovrebbe indossare vesti essenziali. Fino a ora pigra e reticente, dovrebbe recuperare la sua meraviglia e determinazione. Gli antenati aspetteranno con pazienza di essere saziati dal dolce nutrimento di questa nuova verità. Essi sapranno attendere senza mai influenzare il naturale corso degli eventi, senza mai abbandonare la loro serafica passività.

La passività è il meraviglioso attimo di tensione di ogni compimento, l’attimo in cui il tramonto, tra la paura e l’ansia, emana il suo estremo bagliore prima dell’invasione della notte; l’attimo in cui le cose vogliono mantenere inalterato il loro aspetto, conservando la loro “perfezione” il più a lungo possibile; il meraviglioso attimo di tensione dell’acqua agitata che ritorna all’immobilità.

La passività è un istante immortale, è il tempo dell’eternità.

Yukio Mishima - La foresta in fiore

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LabileAurora più di un mese fa

 

 

Quanto è lontano il tempo in cui gli antenati vivevano davvero dentro di noi? Oggi il nostro cuore è occupato da un’enorme quantità di cose ed essi non riescono più a trovarvi dimora. Non avevano mai immaginato un’epoca in cui bellezza e solennità potessero essere divise, e così ora si affliggono per questa insopportabile separazione, dolorosa come il giorno in cui furono divisi per la prima volta il cielo e la terra. La solennità ormai non può avere che la natura di un’aspra e dura roccia. La bellezza è un magnifico cavallo in fuga. Un tempo nitriva fiero, e domo nel nebbioso cielo del mattino. Quel cavallo allora era puro e mite. Ma oggi la solennità ha allentato le sue briglie lasciando che si lanciasse al galoppo. E il maestoso destriero nella sua sfrenata corsa tante volte è caduto e tante volte si è rialzato riprendendo a correre. Ormai non è più puro, il fango ha insozzato il suo manto. E’ molto raro, ma ancora oggi qualcuno percepisce la visione di un bianco cavallo immacolato. Gli antenati sono alla ricerca di questi uomini e il giorno in cui riusciranno a trovarli, si insinueranno pian piano nelle loro anime, dando inizio a una splendida e nobile vita comune, nutrita dalla loro verità interiore.

Yukio Mishima - La foresta in fiore

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LabileAurora più di un mese fa

 

 

È in questi momenti segnati dal fato che spesso avviene qualcosa. Lontano, sulla panchina vicino al laghetto, sulla cui superficie i raggi del sole giocano con l’acqua, qualcuno si riposa immobile. All’improvviso quest’uomo si volge verso di noi, e senza alcuna ragione, si alza e ci sorride con aria lieta. Poi con passo svelto si incammina nella nostra direzione, penetrando nella luce distillata dalle foglie degli alberi. Guardiamo quella scena eccitati da un infantile entusiasmo, siamo sicuri di averla già vista. Ma giunta ad una certa distanza, quell’affabile persona, come un pesce che scompare nell’azzurro delle acque, si dissolve all’improvviso nella luce del giorno. Questa mia descrizione lascerà probabilmente immaginare un vecchio distinto che indossa un elegante kimono con le insegne nobiliari. In realtà questa immagine, che potrebbe apparire molto suggestiva e appropriata, è abbastanza rara. Quasi sempre si tratta di un giovanotto in giacca e cravatta o di una giovane donna. Non possiamo conferire loro una fisionomia precisa, ma notiamo che, come per intesa, presentano tutti le stesse sobrie e dignitose sembianze. Essi ci rivolgono il loro sorriso da molto lontano, catturato da una speciale calamita posta dentro di noi. Un sorriso che rivela un desiderio, un anelito struggente molto vicino all’adorazione…

Yukio Mishima - La foresta in fiore

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LabileAurora più di un mese fa

 

 

E' una strana vita quella che induce ad accatastare momenti, seppellire oggetti. Fortuna che i libri offrono ottimi nascondigli per conservare ricordi preziosi.

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LabileAurora più di un mese fa

 

 

Noi abbiamo una moltitudine di antenati. Essi vivono nei nostri corpi, albergano nella nostra anima, come una meravigliosa passione. Ma a volte abbandonano la loro dimora e si ergono di fronte a noi a una terribile distanza. Spesso li incontriamo per vie misteriose.

Yukio Mishima - La foresta in fiore

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LabileAurora più di un mese fa

 

 

Riflettevo spesso sui ricordi. Essi si mi apparivano come oggetti insignificanti, di nessuna utilità, non altro che il guscio tolto alla vita trascorsa. A volte li scambiavo per gustosi frutti protesi verso il futuro, ma in realtà non erano altro che l’effimero conforto di esseri senza vigore, smarriti nel presente.

Queste affermazioni così avventate, tipiche di una febbrile giovinezza, risalgono ad alcuni anni fa, quando molto pregiudizi influenzavano ancora i miei pensieri. Presto passai a riflessioni del tutto diverse.

I ricordi diventarono per me la prova più essenziale del “presente”. Sentimenti come l’amore, la devozione, erano troppo duri perché riuscissi ad individuarli nella realtà quotidiana, così avevo bisogno dei ricordi per riconoscerli, per capirne il giusto significato. I ricordi erano una sorgente che finalmente rispecchiava la volta celeste.

Yukio Mishima - La foresta in fiore

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LabileAurora più di un mese fa

 


Quella donna moriva nella foresta in fiore
Quella donna sapeva che altrove
c'era una foresta più verde

Charles Cros
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Da quando sono venuto in questa terra, ho sentito il mio cuore invecchiare misteriosamente e nutrire la sensazione di un profondo isolamento. Questo luogo non ha mai avuto alcun rapporto né con me né con i miei antenati, ma chissà che un giorno non nasca fra noi uno stretto legame, un legame che manterrà vivo per tutta la mia discendenza. pensavo a ciò mentre salito gli stretti scalini di pietra ricoperti di muschio sul retro della casa. Quella scalinata conduceva a uno spiazzo di circa sedici metri quadrati che non poteva essere sfruttato in altra maniera se non come punto panoramico. Ogni volta che venivo qui in cerca di solitudine, il silenzio a poco a poco mi penetrava nell'anima, liberava la mia mente da ogni pensiero, lasciando spazio solo alla bruciante nostalgia del passato.

 

Yukio Mishima - La foresta in fiore

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LabileAurora più di un mese fa

 


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۷Cross۸
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Con tatto, il guardiano discese la scala, lasciandoli soli.

La piccola stanza rotonda in cima alla torre aveva pareti di legno verniciato. Nei suoi infissi d’ottone lucido, la spessa lente girava intorno con facilità la sua lampada elettrica da cinquecento watt, ingrandiva questa fonte di luce sino a darle la forza di sessantacinque candele, e si muoveva ad una velocità che provocava una serie costante di lampi. I riflessi della lente si agitavano sulle circostanti pareti di legno e, accompagnati da un intermittente cigolio, caratteristico dei fari la cui costruzione risalga al secolo scorso, quei medesimi riflessi giocavano sulla schiena del ragazzo e della sua fidanzata, che tenevano i volti appoggiati ai vetri della finestra.

Sentivano le loro guance così vicine che potevano toccarsi ad ogni istante, e ne sentivano anche il calore di fiamma … Davanti a loto si stendeva l’insondabile oscurità, interrotta a intervalli regolari dal fascio di luce del faro. E i riflessi della lente continuavano a girare nella piccola stanza, proiettando sulle pareti immagini che sparivano solo quando erano interrotti dalla camicia bianca e dal kimono con disegni a fiori.

Ancora una volta, Shinji, pur poco portato alla meditazione, inseguì i propri pensieri. Rifletteva che nonostante tutto avevano raggiunto il loro scopo, che infine si trovavano qui insieme, in regola col codice morale della loro gente, e senza aver mai compiuto atti che potessero allontanare la provvidenza degli dei … e che, in breve, quella piccola isola avvolta nel buio aveva protetto la loro felicità e portato il loro amore a compimento …

D’un tratto, Hatsue si volse verso Shinji e rise. Poi si tolse dalla manica una piccola conchiglia rosata e la fece vedere a lui.

“Ti ricordi?”

“Ricordo.”

I bei denti del ragazzo lampeggiarono in un sorriso. Poi, dalla tasca interna della sua camicia, estrasse l’istantanea e gliela mostrò.

Hatsue toccò il ritratto con mano leggera, che subito ricadde. I suoi occhi erano pieni d’orgoglio. Pensava ch’era stato quel ritratto a proteggere Shinji.

Ma in quell’istante Shinji sollevò le sopracciglia. Lui sapeva che era stata la sua forza a consentirgli di superare quella pericolosa notte.

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LabileAurora più di un mese fa

 

“Chi sei tu?” – mi chiede. – “Come mai conosci bene tante cose?”

Chi sono io, dovrebbe saperlo bene anche lei, rispondi. Io sono Kafka sulla spiaggia. Sono il suo amante, e suo figlio. Sono il ragazzo chiamato Corvo. E noi due non possiamo essere liberi. Ci troviamo in un grande vortice. A volte siamo fuori dal cerchio del tempo. Chissà dove, siamo stati colpiti da un fulmine. Da un fulmine silenzioso e invisibile.

La notte, fate di nuovo l’amore. Tu senti il rumore dello spazio vuoto dentro di lei che si va riempendo. E’ un rumore quasi impercettibile, come quello della sabbia lungo la costa, che si sbriciola al chiarore lunare. Trattenendo il respiro, tendi l’orecchio per cogliere quel rumore. Tu sei dentro la tua ipotesi. Ne sei fuori. Ne sei dentro. Ne sei fuori. Inspiri, trattieni, espiri. Inspiri, trattieni, espiri. Prince continua a cantare dentro la tua testa senza interruzioni, con la sua voce da mollusco. I rami del corniolo fuori dalla finestra sono percorsi da un fremito. Tu la stringi. Lei affonda il suo viso nel tuo petto. Senti il suo respiro sulla pelle nuda. Lei percorre con le dita i tuoi muscoli ad uno ad uno. Poi comincia a leccare dolcemente il tuo pene arrossato, come per curarlo. Tu vieni ancora una volta nella sua bocca. Lei ti ingoia come qualcosa di prezioso. Baci la sua vagina. La punta della tua lingua la fruga dappertutto. Li diventi un’altra persona, un’altra cosa. Sei altrove.

“Non c’è niente, dentro di me, che tu debba sapere”, dice lei. Fino a che verrà la mattina di lunedi, siete l’uno nelle braccia dell’altra, ad ascoltare il rumore del tempo che passa.

 

Murakami - Kafka sulla spiaggia

 

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LabileAurora 9 ore fa

 

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"Anche a me piace. Oltre che bella è unica. E' semplice, ma ha una sua profondità. Esprime perfettamente la personalità dell'autrice."

 

"Il testo però è molto simbolico."

 

"Poesia e simbolismo sono sempre stati inseparabili. Come i pirati e il rum."

 

"Lei pensa che alla signora Saeki fosse chiaro il significato di quelle parole?"

 

Oshima solleva il viso, tendendo l'orecchio ai tuoni lontani, come a misurare la distanza, poi mo guarda e scuote la testa.

 

"Non è detto. Simbolo e significato sono cose diverse. Io credo che lei sia riuscita a scegliere le parole giuste, saltando i passaggi intermedi del significato e della logica. Ha estratto le parole dai sogni, come si cattura una farfalla mentre vola, prendendola dolcemente per le ali. Gli artisti hanno la capacità di evitare inutili prolissità."

 

"Vuol dire che la signora Saeki avrebbe preso i versi di quella canzone da una dimensione differente, come ad esempio quella dei sogni?"

 

"Credo che questo, in un modo o nell'altro, sia vero per tutta la grande poesia. Se le parole non riescono a trovare quel canale visionario che le mette in contatto con il lettore, non arrivano a creare poesia."

 

Murakami - Kafka sulla spiaggia

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