AlmaDeb

"Perché scrivi solo cose tristi? Perché quando sono felice, esco." Era questa la risposta che il cantautore Luigi Tenco dava a chi gli chiedeva dei testi delle sue canzoni. Umilmente e indegnamente vorrei un pò paragonarmi a Tenco, considerando che scrivo solo di notte perché forse è l'unico momento in cui Alma è sola con Deb e viceversa.
Incontri... scontri... lotte di anime.
Alma è uno pseudonimo senza artificio... è essenza. Alma è Debora. L' anima... la mia forza motrice... quella cinetica.
Quando molti qui mi chiedono da dove vengo o quanti anni ho non accorgendosi che è scritto nel profilo, mi rendo conto che non leggono... si fermano alla foto. Fortunatamente lo spessore emotivo (che può essere una condanna) richiama altro spessore e la qualità intellettuale arriva quando mi si chiede chi è Debora... cos'é stata e cosa vuole dalla vita. Mi sono laureata in infermieristica un anno prima che il mondo intero si fermasse per la pandemia, poi ho scelto di fermarmi io a quella laurea.
Me lo ricordo... ero contenta di avercela fatta, di essere motivo d'orgoglio per essere l'unica laureata in tutta la mia stirpe... ma nonostante questo non ero felice.
Ero (e credo di esserlo ancora) satura di nozioni... situazioni... emozioni... devastazioni interiori per aver visto... respirato... toccato e vissuto il dolore fisico e interiore degli altri.
Cosa può rimanere di quella vocazione? (Questo è) Della carica fisica ed emotiva che ti porta a svegliarti alle 4.30 e partire con gli occhi ancora chiusi e inconsapevoli. L' orgoglio di indossare quella divisa, mettersi a servizio del popolo, per quello stesso popolo sacrificare e trascurare te stessa, i tuoi rapporti personali, la tua salute. L' ho pagata con la mia schiena, con l'anemia... con la fibromialgia.
Non lo rifarei... ma non mi pento perché non devi mai pentirti se ci hai messo anima e cuore e ti sei sentito come se avessi trovato il tuo posto nel mondo.
Il problema nasce quando quel tuo posto rimane vuoto e non sai da dove ripartire per liberarti di un'etichetta che ti fissano e che ti si imprime addosso diventando indelebile da quella laurea in poi.
Non chiedetemi cosa faccio nella vita perché in realtà non lo so nemmeno io. Quando ti specializzi talmente tanto nel prenderti cura e pena dei problemi degli altri, probabilmente sai fare solo quello pur avendo fatto altri lavori nella tua vita. Ultimamente ho prestato soccorso ad un ragazzo dopo un incidente in moto, e mentre in mezzo alla strada cercavo di avvicinarmi a lui, interiormente stavo decidendo su come palesarmi. Mi sono resa conto che fino a quel momento dire: "sono laureata in infermieristica" mi faceva sentire meglio rispetto a dire: "sono un'infermiera". Come a voler placare o giustificare quel senso di inadeguatezza che quel titolo ti porta se non lo fai davvero.
"Ciao sono un'infermiera stai bene?" È come se avessi voluto dirlo prima a me stessa (anzi ricordarlo) e poi a lui. Alla fine che tu ti senta fuori posto, inadeguata o meno, anche se non fai quello per cui ti sei specializzata... questo non significa smettere di esserlo o non essere degno di portare quella qualifica se te la sei conquistata, sudata e meritata. Non permettere mai a nessuno nemmeno a te stesso di farti sentire inadeguato per tutto il resto c'è già il mondo.
Deb 💜