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Leone

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«Desiderava fare qualcosa che non lasciasse possibilità di ritorno. Desiderava distruggere brutalmente tutto il passato dei suoi ultimi sette anni. Era la vertigine. L'ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa. Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancor più deboli, si vuole cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso».

 

Milan Kundera, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” 

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Una volta le galline trovarono la volpe in mezzo al sentiero. Aveva gli occhi chiusi, la coda non si muoveva. - È morta, è morta - gridarono le galline. - Facciamole il funerale. Difatti suonarono le campane a morto, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in fondo al prato. Fu un bellissimo funerale e i pulcini portavano i fiori. Quando arrivarono vicino alla buca la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutte le galline. La notizia volò di pollaio in pollaio. Ne parlò perfino la radio, ma la volpe non se ne preoccupò. Lasciò passare un po’ di tempo, cambiò paese, si sdraiò in mezzo al sentiero e chiuse gli occhi. Vennero le galline di quel paese e subito gridarono anche loro: - È morta, è morta! Facciamole il funerale. Suonarono le campane, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in mezzo al granoturco. Fu un bellissimo funerale e i pulcini cantavano che si sentivano in Francia. Quando furono vicini alla buca, la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutto il corteo. La notizia volò di pollaio in pollaio e fece versare molte lacrime. Ne parlò anche la televisione, ma la volpe non si prese paura per nulla. Essa sapeva che le galline hanno poca memoria e campò tutta la vita facendo la morta. E chi farà come quelle galline vuol dire che non ha capito la storia.

 

(Gianni Rodari)

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“Sir, il suo silenzio”

“Grazie, Lloyd”

“Posso consigliarle di fare attenzione?”

“Come mai, Lloyd?”

“Il silenzio è un eccellente contenitore per le idee. Ma anche per le paure, sir”

“Questo spiega perché la gente preferisce romperlo…”

“È normale sir, in molti non sanno cosa c'è dentro”

“Dentro al silenzio Lloyd?”

“Dentro a se stessi sir”

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Credo nella vita sotto forma terrestre, tangibile, vagamente rotonda,

meno sferica ai poli,

dappertutto piena di orizzonti.

 

Credo nelle nuvole, nelle loro pagine, nitidamente scritte

e negli alberi,

soprattutto d’autunno. (Talvolta mi pare d’essere un albero.)

 

Credo nella vita come territudine,

come grazia o disgrazia.

– Il mio desiderio più grande fu quello di nascere, e ogni volta continua ad aumentare.

 

Credo nel dubbio agonico di Dio,

vale a dire, credo che credo,

anche se la notte, da solo,

interrogo le pietre,

ma non sono ateo rispetto a nulla,

tranne che alla morte.

 

Eugenio Montejo 

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«La solitudine è indipendenza: l’avevo desiderata e me l’ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri».

 

Hermann Hesse, “Il lupo della steppa” 

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«Nessuno, mai, riesce a dare l’esatta misura di ciò che pensa, di ciò che soffre, della necessità che lo incalza, e la parola umana è spesso come un pentolino di latta su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi mentre vorremmo intenerire le stelle».

 

Gustave Flaubert “Madame Bovary” 

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A febbraio meritiamo tutti una sorpresa e un batticuore, un lembo di cielo e delle nuvole da inseguire, la vibrazione di un colore nuovo e il primo fiore che non ti aspetti.

 

-Fabrizio Caramagna-

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Tu esisti nei luoghi più impensati come il giallo di un fiore intravisto per un attimo dal finestrino del treno, in un prato...

 

-Fabrizio Caramagna-

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"L'insaziabilità umana è tanto grande che, per molto che ci sia stato dato, l'aver potuto ricevere di più diventa un torto subìto".

 

Seneca (De ira, III, 31, 1)

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