Avete presente la meraviglia del corteggiamento, l'attesa del vedersi, gli sguardi bramosi, lo sfiorarsi quasi per caso ?
Ecco, io e il ventilatore siamo cosi
Avete presente la meraviglia del corteggiamento, l'attesa del vedersi, gli sguardi bramosi, lo sfiorarsi quasi per caso ?
Ecco, io e il ventilatore siamo cosi
Ho capito che alle persone bisogna lasciare la libertà di fare ciò che vogliono, tanto alla fine chi vuole restare resta, chi ti vuole rispettare ti rispetta, chi ti vuole nella sua vita ti tiene stretta e chi vuole andarsene...
se ne va!
Quando finisce un amore, non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro ci comunica che non siamo un granché.
In gioco non è tanto la relazione, quanto la nostra identità, l'amore è uno stato dove per il tempo in cui siamo innamorati, non affermiamo la nostra identità, ma la riceviamo dal riconoscimento dell'altro, e quando l'altro se ne va, restiamo senza identità.
Ma è nostra la colpa di esserci disimpegnati da noi stessi, di aver fatto dipendere la nostra
identità dall'amore dell'altro.
E allora, dopo il congedo, il lavoro non è di
cercare di recuperare la relazione, ma di recuperare quel noi stessi che avevamo affidato all'altro, al suo amore, al suo apprezzamento.
Uno degli addi più difficili si verifica quando
amiamo una persona e allo stesso tempo
vediamo che non è possibile costruire una
relazione sana al suo fianco.
Rimanere significa continuare ad aspetare
cambiamenti che non arrivano, tollerare azioni che ci feriscono, accettare il minimo sforzo, perderci nel tentativo di non perderlo.
Sappiamo che andarcene farà male, ma sarà la strada che ci porterà a guarire.
lnvece rimanere continuerà ad aprire sempre di più la ferita, a volte scegli di andartene, non per mancanza d'amore verso questa persona, ma perché è il tuo amor proprio che ti spinge a prenderti cura di te stesso,
e con amore te ne vai.
Avrei voglia di essere cercato !
È come se avessi esaurito, di colpo, la forza di rincorrere, accudire, corteggiare, pensare.
A volte mi diventa insopportabile questa smania di far felice gli altri per essere
felice anch'io.
Non so se è stanchezza, se è cambiamento o
fase di passaggio, ma mi piacerebbe, per una
volta, stare semplicemente fermo, in attesa,
aspettando un invito, un sorriso, una
telefonata, un messaggio, un "come stai?"
Un po' per chiarirmi le idee, un po' per capire meglio il valore delle persone che ho nella vita e quello che io ho dato agli altri.
Credo che ogni tanto sia necessario lasciare
che la vita e i pensieri ci attraversino, come l'amore, come l'amicizia, e sono questi i momenti in cui noti la differenza !
Siamo di passaggio nella nostra vita
Figuriamoci nella vita degli altri
Quindi attenzione a non sbagliare "indirizzo"
A volte non ci innamoriamo di una persona,
ma di una proiezione, di un'immagine che abbiamo dentro, di un sogno, e nella foga di realizzarlo trasformiamo la realtà
in un romanzo, e di queste pagine ci guadagnano solo i cantautori
che ci fanno le canzoni !!
La più grande perdita di tempo è provare a spiegare un comportamento errato a qualcuno che non vede nulla di sbagliato in ciò che fa, in quello che pensa e le cose che scrive !!
Quando si smette di amare, in genere non si ha la pazienza di aspettare che finisca bene. Si cerca la strada più breve: la rottura, la sofferenza, i rancori, le incomprensioni,
e poi le bugie, ma che senso ha???
Invece ci vuole lo stesso impegno e la stessa
intensità dell'inizio, bisogna superare gli egoismi, vivere questo momento con la stessa passione, far sentire alla persona lasciata tutto il bene che c'è stato.
Ci vuole amore e rispetto per chiudere
una storia!!