“L’arte di
non abboccare”
Ci vuole un
talento raro, oggi, a non rispondere al veleno.
A non cedere
al bisogno disperato di “averla vinta”.
Ci vuole
classe. Ci vuole pace interiore.
Ma anche un
certo disincanto addestrato a riconoscere il teatrino.
Chi non
abbocca, non è passivo. È intelligente.
Chi non
reagisce, non è debole. È libero.
Perché la
vera superiorità non si misura nel volume della voce,ma nel
silenzio di chi ha capito che certe guerre non valgono il
sangue.
E mentre gli
altri si azzuffano per l’ultima parola, tu scegli l’ultima
risata.
Che è sempre
quella di chi ha già fatto pace con sé.
Ci si cerca anche pensandosi.
Le persone
si rivelano nei terremoti.
Non nei
brindisi.
Non nelle
cene eleganti.
Non quando
tutto fila liscio e la vita profuma di vaniglia...
Le persone
si rivelano quando crolla qualcosa.
Quando
arriva una diagnosi.
Quando manca
il lavoro.
Quando
qualcuno muore.
Quando non
hai più forze.
Quando sei
un po’ di meno.
Un po’ più
fragile.
Un po’ più
vera.
È lì che
scopri chi resta.
Chi ascolta
senza voler aggiustare.
Chi non ha
paura del tuo buio.
Chi non ti
molla la mano mentre tutto intorno trema.
Chi sa
esserci senza fare rumore.
Il resto è
compagnia da salotto.
Presenze da
tavolo da aperitivo.
Storie da
“mi scrivi quando vuoi”.....
che poi non
scrivono mai....
Nei momenti
di crisi
la vita
toglie il filtro.
E finalmente
vedi.
Chi
c’è.
Chi c’era
solo per convenienza.
E chi,
invece, è casa.
Sempre.
Anche quando
la casa sei tu che stai cadendo.🖤
Sento la
mancanza di una parte di me.