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l pensiero è una forza inarrestabile, un viaggio senza fine alla ricerca di risposte e visioni dell’esistenza. Ma ha davvero dei limiti? Oppure è capace di superare ogni barriera, trovando tutte le risposte alle sue domande?
La sua natura è complessa: può essere circolare, ripetitivo, intrappolato in schemi che si autoalimentano, oppure binario, strutturato in opposizioni nette. Si propaga attraverso la forza della convinzione o la consistenza della logica e della riflessione. Ma cosa accade quando il pensiero non trova risposte? È perché certe verità non esistono, o perché la conoscenza è ancora insufficiente? Oppure è il pensiero stesso a possedere limiti intrinseci?
La sua debolezza potrebbe derivare dalla mancanza di consistenza, dall’incapacità di accettare nuove prospettive che sfidano i propri schemi consolidati. Nel pensiero circolare, l’innovazione rischia di essere soffocata: il pensiero si adatta a un ciclo continuo, evitando il cambiamento e la rottura degli schemi.
Come si può spezzare questa ripetizione? Leonardo da Vinci sosteneva che non bisogna lasciarsi influenzare dalle autorità, né accettare passivamente le tesi altrui per il solo principio dell’ipse dixit. Il vero pensiero nasce dall’indipendenza, dalla volontà di esplorare anche ciò che potrebbe essere errato. L’influenza cognitiva del pensiero circolare impedisce lo sviluppo di un pensiero autentico e personale. Solo cercando risposte individuali si aprono spiragli verso ciò che non è ancora stato esplorato.
In questo senso, il pensiero diventa un atto di resistenza, una ribellione contro la ripetizione e la stagnazione. Rompere gli schemi significa sfidare il conosciuto, abbracciare l’incertezza e accettare che il pensiero non è un percorso lineare, ma un continuo processo di evoluzione.