La valigia

Guardò frenetico le ore, non doveva tardare.
Afferrò la valigia, l'aprì e ne ricontrollò per la decima volta il contenuto. Accarezzò i suoi sospiri ben piegati tra le camicie e le magliette. Erano sospiri d'amore delicati come seta. Li sfiorò con le dita.
Spostò i calzini e contò nuovamente i desideri. Uno, due, tre... li mise in fila e non ne mancava nessuno. Sentì il calore diffondersi nel petto e sorrise.
Vide la felicità sparpagliata tra tutta la biancheria e rise. Aveva dimenticato di avvitare il tappo del barattolo ed ora era li, sparsa e profumata. Respirò, prese il barattolo e... cambiò idea e lo depose sul comodino. Prese una manciata di felicità e se la mise in tasca, lasciando il resto nella valigia. Gli sarebbe servita lungo il viaggio.
Aprì la zip della tasca laterale ed impugnò un sogno colorato. Era rosso fuoco e spiccava tra i cavetti del cellulare. Pulsava al ritmo del suo cuore. Lo depose delicatamente, richiuse la zip e poi la valigia. Posò per un momento il palmo della mano sul coperchio e sentì il rassicurante rimbombo ritmico della vita che racchiudeva.
Si, quella valigia era viva. Lui era vivo e si sarebbe messo in viaggio verso l'amore. Non era importante dove. L'importante era che ci fosse l'amore della sua vita ad attenderlo.
Guardò le ore. Non doveva tardare.