Lontani
Nel cuore un’eco dolce e feroce,
che arde senza far rumore.
In dono un fiore che nasce nel tormento,
dove amore e ferita si fanno poesia.
Ogni parola un lieve dolore.
Lontani
Nel cuore un’eco dolce e feroce,
che arde senza far rumore.
In dono un fiore che nasce nel tormento,
dove amore e ferita si fanno poesia.
Ogni parola un lieve dolore.
Per sempre
Una promessa d'amore, oltre il tempo e le stagioni,
oltre il sole che sorge e le notti piene di illusioni.
Una promessa di luce, una voce che canta,
il cuore che batte come il vento che danza.
Una promessa che accompagna il tuo cammino,
uniti per sempre in unico destino.
Lontana
Ti cerco nel tramonto, nella luce che muore,
nel vento che sussurra il tuo nome.
Tra i petali rossi di un unico fiore
che stanco piega le chiome.
Ti trovo nell’ombra che sfuma dorata,
nel fragile pianto di foglie autunnali.
Sei l’ultimo raggio che danza sul mare.
Ti sento nel battito di una farfalla aggraziata
la voce che torna nei sogni immortali.
Sei il respiro profondo e regolare.
Un momento
Tra le foglie il vento sussurra piano
passi lenti, cerco un luogo senza affanno.
Tra cielo tinto d'oro e sogni dispersi,
cerco il tuo viso soffio di vita
e l’eco di una carezza persa tra mille sere.
Il temporale
Un rombo, un tuono graffia le stelle.
Un lampo, una luce che frantuma il cielo in mille frammenti.
Il tuo viso nella penombra della stanza.
Caos e bellezza, riflesso nel vetro di una finestra.
Fine mese
Non so come faccia certa gente. Deve passarmi i dati di vendita da almeno quattro anni, forse cinque. Tutti i mesi.
Certo. Se i mesi non finissero all'improvviso, sarebbe più facile. Prova a pensare. Non sarebbe bello sapere in anticipo che aprile finisce il giorno 30? Uno si prepara. Non so, pensa se già oggi si sapesse che maggio finirà il 31. Uno lo sa e si adegua. Invece per certe persone i mesi sono subdoli, li vedi iniziare, svolgersi, ma poi uno si distrae e non sa più quando finiranno, così mi tocca chiamare, fargli presente che oggi non è il 37 di aprile.
- Come non è il 37 di aprile? - mi risponde stupito. – C…zo - gli dico - mi passi i dati del mese di aprile o no? - e si offende. Come se avessi deciso io di far iniziare maggio per il solo gusto di farlo lavorare.
Quasi quasi proporrò che maggio duri 245 giorni, così smetto di rompere per quest'anno. Certo, bisogna farci la mano, festeggiare la festa della repubblica il 33 maggio, andare in ferie il 101 maggio ed il Natale il 239 maggio. Ma poi ci si abitua.
I tuoi occhi
Nel buio del mio pianto ho perso la luce dei tuoi occhi.
Si spenga la luna che pallida tenta di illuminare il tuo viso. Crolli un braccio della galassia, collassi il cielo, nel vuoto del mio sospiro. Dov'è il tuo sguardo su cui posare il mio?
Che farmene di tutti i diamanti del mondo che brillano freddi gareggiando ad imitare inutilmente il bagliore dei tuoi occhi? Che tornino polvere nelle profondità della terra in attesa che una spaventosa pressione e milioni di anni possano riaccendere in loro una nuova scintilla. Io voglio quella che arde sul tuo viso.
Voglio chiudere gli occhi e sentire i tuoi su di me. Solo questo.
Mute parole
Immerso nel parco ferito, circondato dal rombo dell'acqua, ascolto la tua voce di mute parole.
Dalla forza di un tuo lieve sospiro, guarda nel cielo grigio, il graffio di luce.
E del mio pianto di gioia il parco si veste di verde brillante, avvolto da gorgoglii d'acqua gentili e dal dono del tuo respiro.
Lui afferra tra i rami la tua voce silenziosa e la stringe a sé.
Piccina
La bambina, sollevandosi in punta di piedi, scavalcò a fatica la bassa ringhiera. Atterrò sul marciapiede, si cacciò le manine nelle grandi tasche del grembiulino e mi guardò. - Cosa fai qui, piccina? - Le chiesi guardandomi attorno in cerca di un adulto.
La fredda pioggerellina le appiccicò i rossi riccioli sulla fronte, così le porsi il mio ombrello per ripararsi. Era enorme per lei ed a fatica lo afferrò stretto senza smettere di guardarmi.
Sentii la pioggia bagnarmi il viso, appiccicarsi agli occhiali. Vidi la bimba scomporsi in tante piccole immagini come in surreale gioco psichedelico. Mi tolsi gli occhiali e passai una mano sul viso.
- Dov'è la tua mamma? - le chiesi indicando la casa in fondo al giardino alle sue spalle. Lei si tolse di tasca un fazzolettino tutto stropicciato, lo guardò per un secondo indecisa, poi me lo tese.
- Grazie - le dissi cominciando ad asciugare le lenti. Mi avvicinai al cancelletto di legno e suonai il campanello. Vidi una luce accendersi nella grande casa e la bimba si girò correndo e saltellando verso la luce. Forse si accorse di avere ancora il mio ombrello in mano, perché si fermò, ci pensò un momento, poi con una manina mi salutò, prima di scomparire in casa. - Ciao piccina - le gridai sorridendo.
La pioggia si fece intensa e mi strinsi il bavero del giaccone per ripararmi. Cominciai a camminare svelto, senza smettere di sorridere.
San Valentino
Lontana, danzi alla luna,
le ali spiegate, tese al volo.
Trattengo il respiro, amore,
in attesa di abbracciarti.
Vibra la notte, dedicata all’amore
e ad una primavera che verrà.
Bellissima farfalla.