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 El dia del Galgo: in Spagna si chiude la stagione di caccia.

 

Il primo febbraio termina la stagione venatoria e per migliaia di questi animali arriva il tremendo momento della morte.
Corrono più del vento. Eppure raramente riescono a sfuggire alla più atroce delle morti, dopo un’esistenza segnata da abusi e violenze. Sono i Galgos di Spagna (ma anche i Greyhounds e i levrieri inglesi e irlandesi), i cani leggeri e slanciati che sembrano sfidare le leggi di gravità quando si lanciano all’inseguimento. Veloci, velocissimi, nati apposta per correre e volare nel vento. Per questo vengono allevati, venduti e sfruttati per la caccia, soprattutto in Spagna, e per le corse, soprattutto in Irlanda e in Inghilterra. E come ogni primo febbraio, mai come oggi  i loro musi appuntiti e i loro occhi dolci emergono dalle pagine social delle associazioni animaliste che cercano famiglie disposte ad accoglierli e a dar loro affetto e serenità. Perché oggi, primo febbraio, è la Giornata del Galgo, El dia del galgo come dicono in Spagna.
E' la giornata che festeggia la fine del periodo di caccia nella penisola iberica e che, ogni anno, segna il giorno funesto in cui gli allevatori e i cacciatori iniziano a disfarsi di tutti quei cani che non sono stati all’altezza delle aspettative o che non hanno vinto abbastanza o che non si sono dimostrati bravi cacciatori. Il loro sterminio, ogni anno, è atroce e infinito. Impiccati, massacrati a bastonate, buttati nei pozzi, affogati o, se più fortunati, abbandonati nelle perreras, i canili spagnoli dove l’eutanasia è prassi usuale per far spazio e diminuire i costi. Ogni si calcola che i Galgos massacrati siano tra i 60 e i 70 mila. Un numero mostruoso. Per questo il primo febbraio è stato scelto come Giornata del Galgo, sperando che ogni anno il racconto si rinnovi e dal racconto ripartano le adozioni. Le associazioni italiane che si adoperano in questo senso sono molte e molto attive. Ognuna di loro cerca di individuare le famiglie adatte all'adozione e integra questo lavoro fondamentale con altre attività a sostegno e integrazione.

 

 

 


 

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Il primo febbraio termina la stagione venatoria e per migliaia di questi animali arriva il tremendo momento della morte.
Corrono più del vento. Eppure raramente riescono a sfuggire alla più atroce delle morti, dopo un’esistenza segnata da abusi e violenze. Sono i Galgos di Spagna (ma anche i Greyhounds e i levrieri inglesi e irlandesi), i cani leggeri e slanciati che sembrano sfidare le leggi di gravità quando si lanciano all’inseguimento. Veloci, velocissimi, nati apposta per correre e volare nel vento. Per questo vengono allevati, venduti e sfruttati per la caccia, soprattutto in Spagna, e per le corse, soprattutto in Irlanda e in Inghilterra. E come ogni primo febbraio, mai come oggi  i loro musi appuntiti e i loro occhi dolci emergono dalle pagine social delle associazioni animaliste che cercano famiglie disposte ad accoglierli e a dar loro affetto e serenità. Perché oggi, primo febbraio, è la Giornata del Galgo, El dia del galgo come dicono in Spagna.
E' la giornata che festeggia la fine del periodo di caccia nella penisola iberica e che, ogni anno, segna il giorno funesto in cui gli allevatori e i cacciatori iniziano a disfarsi di tutti quei cani che non sono stati all’altezza delle aspettative o che non hanno vinto abbastanza o che non si sono dimostrati bravi cacciatori. Il loro sterminio, ogni anno, è atroce e infinito. Impiccati, massacrati a bastonate, buttati nei pozzi, affogati o, se più fortunati, abbandonati nelle perreras, i canili spagnoli dove l’eutanasia è prassi usuale per far spazio e diminuire i costi. Ogni si calcola che i Galgos massacrati siano tra i 60 e i 70 mila. Un numero mostruoso. Per questo il primo febbraio è stato scelto come Giornata del Galgo, sperando che ogni anno il racconto si rinnovi e dal racconto ripartano le adozioni. Le associazioni italiane che si adoperano in questo senso sono molte e molto attive. Ognuna di loro cerca di individuare le famiglie adatte all'adozione e integra questo lavoro fondamentale con altre attività a sostegno e integrazione.

 

 

 


 

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Il primo febbraio termina la stagione venatoria e per migliaia di questi animali arriva il tremendo momento della morte.
Corrono più del vento. Eppure raramente riescono a sfuggire alla più atroce delle morti, dopo un’esistenza segnata da abusi e violenze. Sono i Galgos di Spagna (ma anche i Greyhounds e i levrieri inglesi e irlandesi), i cani leggeri e slanciati che sembrano sfidare le leggi di gravità quando si lanciano all’inseguimento. Veloci, velocissimi, nati apposta per correre e volare nel vento. Per questo vengono allevati, venduti e sfruttati per la caccia, soprattutto in Spagna, e per le corse, soprattutto in Irlanda e in Inghilterra. E come ogni primo febbraio, mai come oggi  i loro musi appuntiti e i loro occhi dolci emergono dalle pagine social delle associazioni animaliste che cercano famiglie disposte ad accoglierli e a dar loro affetto e serenità. Perché oggi, primo febbraio, è la Giornata del Galgo, El dia del galgo come dicono in Spagna.
E' la giornata che festeggia la fine del periodo di caccia nella penisola iberica e che, ogni anno, segna il giorno funesto in cui gli allevatori e i cacciatori iniziano a disfarsi di tutti quei cani che non sono stati all’altezza delle aspettative o che non hanno vinto abbastanza o che non si sono dimostrati bravi cacciatori. Il loro sterminio, ogni anno, è atroce e infinito. Impiccati, massacrati a bastonate, buttati nei pozzi, affogati o, se più fortunati, abbandonati nelle perreras, i canili spagnoli dove l’eutanasia è prassi usuale per far spazio e diminuire i costi. Ogni si calcola che i Galgos massacrati siano tra i 60 e i 70 mila. Un numero mostruoso. Per questo il primo febbraio è stato scelto come Giornata del Galgo, sperando che ogni anno il racconto si rinnovi e dal racconto ripartano le adozioni. Le associazioni italiane che si adoperano in questo senso sono molte e molto attive. Ognuna di loro cerca di individuare le famiglie adatte all'adozione e integra questo lavoro fondamentale con altre attività a sostegno e integrazione.

 

 

 


 

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E' la giornata che festeggia la fine del periodo di caccia nella penisola iberica e che, ogni anno, segna il giorno funesto in cui gli allevatori e i cacciatori iniziano a disfarsi di tutti quei cani che non sono stati all’altezza delle aspettative o che non hanno vinto abbastanza o che non si sono dimostrati bravi cacciatori. Il loro sterminio, ogni anno, è atroce e infinito. Impiccati, massacrati a bastonate, buttati nei pozzi, affogati o, se più fortunati, abbandonati nelle perreras, i canili spagnoli dove l’eutanasia è prassi usuale per far spazio e diminuire i costi. Ogni si calcola che i Galgos massacrati siano tra i 60 e i 70 mila. Un numero mostruoso. Per questo il primo febbraio è stato scelto come Giornata del Galgo, sperando che ogni anno il racconto si rinnovi e dal racconto ripartano le adozioni. Le associazioni italiane che si adoperano in questo senso sono molte e molto attive. Ognuna di loro cerca di individuare le famiglie adatte all'adozione e integra questo lavoro fondamentale con altre attività a sostegno e integrazione.

 

 

 


 

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E' la giornata che festeggia la fine del periodo di caccia nella penisola iberica e che, ogni anno, segna il giorno funesto in cui gli allevatori e i cacciatori iniziano a disfarsi di tutti quei cani che non sono stati all’altezza delle aspettative o che non hanno vinto abbastanza o che non si sono dimostrati bravi cacciatori. Il loro sterminio, ogni anno, è atroce e infinito. Impiccati, massacrati a bastonate, buttati nei pozzi, affogati o, se più fortunati, abbandonati nelle perreras, i canili spagnoli dove l’eutanasia è prassi usuale per far spazio e diminuire i costi. Ogni si calcola che i Galgos massacrati siano tra i 60 e i 70 mila. Un numero mostruoso. Per questo il primo febbraio è stato scelto come Giornata del Galgo, sperando che ogni anno il racconto si rinnovi e dal racconto ripartano le adozioni. Le associazioni italiane che si adoperano in questo senso sono molte e molto attive. Ognuna di loro cerca di individuare le famiglie adatte all'adozione e integra questo lavoro fondamentale con altre attività a sostegno e integrazione.

 

 

 


 

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E' la giornata che festeggia la fine del periodo di caccia nella penisola iberica e che, ogni anno, segna il giorno funesto in cui gli allevatori e i cacciatori iniziano a disfarsi di tutti quei cani che non sono stati all’altezza delle aspettative o che non hanno vinto abbastanza o che non si sono dimostrati bravi cacciatori. Il loro sterminio, ogni anno, è atroce e infinito. Impiccati, massacrati a bastonate, buttati nei pozzi, affogati o, se più fortunati, abbandonati nelle perreras, i canili spagnoli dove l’eutanasia è prassi usuale per far spazio e diminuire i costi. Ogni si calcola che i Galgos massacrati siano tra i 60 e i 70 mila. Un numero mostruoso. Per questo il primo febbraio è stato scelto come Giornata del Galgo, sperando che ogni anno il racconto si rinnovi e dal racconto ripartano le adozioni. Le associazioni italiane che si adoperano in questo senso sono molte e molto attive. Ognuna di loro cerca di individuare le famiglie adatte all'adozione e integra questo lavoro fondamentale con altre attività a sostegno e integrazione.

 

 

 


 

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E' la giornata che festeggia la fine del periodo di caccia nella penisola iberica e che, ogni anno, segna il giorno funesto in cui gli allevatori e i cacciatori iniziano a disfarsi di tutti quei cani che non sono stati all’altezza delle aspettative o che non hanno vinto abbastanza o che non si sono dimostrati bravi cacciatori. Il loro sterminio, ogni anno, è atroce e infinito. Impiccati, massacrati a bastonate, buttati nei pozzi, affogati o, se più fortunati, abbandonati nelle perreras, i canili spagnoli dove l’eutanasia è prassi usuale per far spazio e diminuire i costi. Ogni si calcola che i Galgos massacrati siano tra i 60 e i 70 mila. Un numero mostruoso. Per questo il primo febbraio è stato scelto come Giornata del Galgo, sperando che ogni anno il racconto si rinnovi e dal racconto ripartano le adozioni. Le associazioni italiane che si adoperano in questo senso sono molte e molto attive. Ognuna di loro cerca di individuare le famiglie adatte all'adozione e integra questo lavoro fondamentale con altre attività a sostegno e integrazione.

 

 

 


 

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E' la giornata che festeggia la fine del periodo di caccia nella penisola iberica e che, ogni anno, segna il giorno funesto in cui gli allevatori e i cacciatori iniziano a disfarsi di tutti quei cani che non sono stati all’altezza delle aspettative o che non hanno vinto abbastanza o che non si sono dimostrati bravi cacciatori. Il loro sterminio, ogni anno, è atroce e infinito. Impiccati, massacrati a bastonate, buttati nei pozzi, affogati o, se più fortunati, abbandonati nelle perreras, i canili spagnoli dove l’eutanasia è prassi usuale per far spazio e diminuire i costi. Ogni si calcola che i Galgos massacrati siano tra i 60 e i 70 mila. Un numero mostruoso. Per questo il primo febbraio è stato scelto come Giornata del Galgo, sperando che ogni anno il racconto si rinnovi e dal racconto ripartano le adozioni. Le associazioni italiane che si adoperano in questo senso sono molte e molto attive. Ognuna di loro cerca di individuare le famiglie adatte all'adozione e integra questo lavoro fondamentale con altre attività a sostegno e integrazione.

 

 

 


 

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