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(Leggo)
Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui» (Mt 14,13-21).

 

Ecco cosa significa essere cristiani nel mondo: non aspettare e non avere paura, ma darsi da fare come Gesù, con Gesù! Essere cristiani è affrontare la propria storia come si affronta una strada, e con fiducia e attenzione si guarda avanti e si passa, rifiutando ogni immobilismo, anche quando è mascherato di troppa prudenza, o quando si presenta come “fedeltà alla tradizione”, o del “si è sempre fatto così”.

 

(Prego)

Di Cristo splendore del Padre

del Sole di ogni mattino

nel primo chiarore del giorno

la terra racconta la gloria.

 

(Agisco)

Darmi da fare secondo ciò che so fare.

 

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Dammi solo un minuto: riflessione nella XVI domenica C

https://youtu.be/g9lNi6UY-KE

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(Leggo) Mt 11,25-27

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza».

 

La cifra di Gesù è in ciò in cui non l’hanno riconosciuto, giudicandolo perché si comportava diversamente, perché con la sua vita egli denunciava l’ipocrisia e la violazione della legge da parte di tanti che si ritenevano giusti.

(Prego)

Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Cf. Sal 16,15)

(Agisco)

Sentirsi piccoli e poveri diannzi a Dio per rendere la nostra testimonianza più credibile.

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(Leggo)

«Siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» Mt 10,16-23.

Nell’ambito delle nostre relazioni, difendiamo la nostra fede? La prima lettera di Pietro dice (3, 15): “Siate sempre pronti a rispondere a tutti coloro che vi chiedono delle spiegazioni riguardo alla speranza che è in voi”. Tuttavia egli aggiunge: “Ma fatelo con dolcezza e rispetto” (1Pt 3,16).

(Prego)

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

(Agisco)

Non nascondo la mia fede nei simboli, nelle mie parole e nelle mie azioni quotidiane.

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(Leggo)
«Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture...» Mt 10,7-15.

San Francesco d’Assisi e i suoi frati hanno preso molto seriamente le parole di Gesù. All’inizio, molti hanno riso di loro, ma alla fine essi hanno avuto più impatto di tutti i loro avversari messi insieme... Nella nostra epoca, in cui siamo affascinati dal consumo, non sarebbe ora di rimettere l’accento sulla “povertà” e sulla “semplicità”?

(Prego)

Tu, pastore d’Israele, ascolta, seduto sui cherubini, risplendi. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci.

(Agisco)

Gratuitamente ho conosciuto la gioia di Gesù, gratuitamente la dono...

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Al via nuova campagna di comunicazione dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Di

 Francesco Maria Cassano

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Il taglio del nastro, lo scorso 1 luglio

Il 1° luglio è partita la nuova campagna di comunicazione dell’Uniba sui principali social e testate, con la finalità di presentare l’Università di Bari come il luogo in cui l’interconnessione dei saperi permette una ricca offerta formativa e una conoscenza a 360°

L’offerta di Uniba per l’anno accademico 2022-2023 presenta più di 120 Corsi di Studi, che abbracciano tutti gli ambiti del “sapere”, e una ricerca di eccellenza, assieme alla capacità di formare le nuove generazioni per mezzo delle conoscenze più avanzate nei molteplici campi della conoscenza.

La campagna di comunicazione è partita il 1° luglio ed è stata pianificata su stampa on e offline e sui social network (Facebook, TikTok, Instagram), con ulteriori promozioni Search e Discovery su Google.

Nei visual (ovvero parti della campagna di promozione) avviene la fusione di alcuni dei ‘’goals’’ (cioè obiettivi) raggiunti tramite l’incontro delle conoscenze: la torsione della nota doppia elica del DNA, del quale l’Uniba ha contribuito a scrivere il genoma, assume le conformazioni della coda di uno dei delfini studiati nel golfo di Taranto; la provetta nella quale sono presenti batteri in grado di produrre energia si fonde con un pallone da basket nel CUS di Bari, il più grande centro sportivo universitario del meridione; le infiorescenze della scogliera corallina scoperta in Puglia diventano il completamento della chioma di una migrante che prende parte ad un progetto di integrazione; l’incontro di competenze geologiche e archeologiche, che ha permesso lo studio delle correnti piroclastiche nell’eruzione del Vesuvio.

Le parole che racchiudono i valori che l’Università vuole trasmettere sono: ricerca, inclusione, innovazione e futuro. L’obiettivo è far sviluppare talenti in grado di dare un contributo alla realizzazione di un futuro senza barriere.

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La VI edizione del Festival della Disperazione

Di

 Miky Di Corato

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In programma dal 20 al 27 luglio, la VI edizione del Festival della Disperazione, presentato dal  Circolo dei Lettori di Andria, un evento internazionale che inorgoglisce la nostra Città e che, partendo appunto da sentimenti di triste torpore, ci restituisce voglia di reagire e di tornare a coltivare la speranza. A parlarcene è uno degli organizzatori della kermesse, Gigi Brandonisio

Ciao, Gigi. “Che fatica sopravvivere!” è  il claim di questa VI edizione del Festival. Come mai?

Mai come quest’anno il Festival della Disperazione, nella sua essenza, è aderente allo spirito con cui è nato. Difficoltà organizzative enormi, penuria di risorse e catastrofi di ogni tipo hanno messo in serio pericolo questa edizione del Festival. Tuttavia, abbiamo imparato negli anni che la disperazione può essere un punto di partenza per reagire e che la speranza, invece, è una trappola. È dalla nostra disperazione che nasce questa sesta edizione del Festival, che, dunque, sopravvive. Ma che fatica! Come sempre ci sarà da ridere e da piangere come solo la disperazione sa fare.

Qual è il fil rouge che unisce gli otto giorni e gli oltre venti incontri che si dipaneranno lungo tutto il mosaico giallo del Festival?

Negli otto giorni di Festival saremo in compagnia di tantissimi ospiti da Luca Barbarossa a Ilaria Gaspari, da Beatrice Schiros alla coppia di filosofi Maura Gancitano e Andrea Colamedici. E poi Stefania Maurizi, Enrica Tesio, Andrea Mirò, Guido Catalano, Roberto Mercadini, Luca De Gennaro, Antonio Losito e molti altri che dibatteranno sulla complessità del nostro quotidiano. Il fil rouge è come sempre la Disperazione, declinata su temi e linguaggi trasversali. Basta fare per un attimo mente locale per farsi venire subito in mente diversi temi del presente assai disperanti: dalla guerra alla pandemia, dalla crisi ambientale a quella energetica e così via.

Partecipando agli eventi in programmazione, abbracceremmo la complessità del quotidiano come sintesi fra pianto e sorriso?

Credo che la risposta a questa domanda sia meglio rimandarla a fine Festival. Per il momento ci godiamo un programma ricco di appuntamenti interessanti e di valore. Tra gli ospiti abbiamo, infatti, sia la vincitrice del Premio Campiello Opera Prima, Francesca Valente che la vincitrice del Premio Alessandro Leogrande, Stefania Maurizi. Con loro indagheremo temi assai lontani tra loro: dalle storie dei pazienti psichiatrici al caso wikileaks. Ma, al contempo, nel programma ci sarà spazio anche per l’aspetto comico della disperazione grazie alla verve di Roberto Mercadini e Guido Catalano, ai disastri amorosi di Gioia Salvatori e alle certezze di Ivan Talarico e Daniele Parisi. Insomma l’invito è a scoprire tutti gli incontri del programma. L’invito è sempre lo stesso: non fermarsi ai nomi più conosciuti ma lasciarsi incuriosire anche dalle proposte meno note al grande pubblico.

Perché avete scelto di collocare temporalmente il Festival a luglio, in una sorta di sogno di una notte di mezza estate?

La scelta in realtà è strettamente legata alle difficoltà organizzative con cui quest’anno, nostro malgrado, abbiamo dovuto fare i conti.  Quindi luglio perché prima non ce l’avremmo fatta e perché dopo non ne avremmo avuto più voglia.

Dove si possono acquistare biglietti?

La segreteria del Festival è attiva presso il Museo Diocesano San Riccardo in via De Anellis 46 ad Andria. Il programma è consultabile anche on line sul sito www.festivaldelladisperazione.it

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