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bluaquilegia

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ultimo accesso: 18 maggio

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«si lasci alla poesia il suo buio»
Paul Celan

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ho camminato su queste strade così spesso
per forgiare le ombre dei grattacieli che crollano
e riposare nel vento scolpito del centro.

L’aria condizionata sanguina gocciolando come rosari
dalle facciate in vetro dell’occhio cosmopolita

le fantasie dei segretari sono sciacquate per strada
o calpestate dai tacchi nelle stazioni della metro

ingegneri con gli elmi arancioni giustificano la perfezione
di edifici che non esistono ancora. Le mie mani

si sciolgono tra noia e lussuria. È tempo
che cali la sera su Time’s Square. Nubi scialbe
si sbottonano rivelando una brutta cicatrice
sotto i cavi blu.


Jim Carrol 

 

 

 

 

 

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mo yan 

da Sorgo rosso

 

"Cos'è l'amore? Ognuno ha una risposta diversa a questa domanda.  

Questo demone ha tormentato un numero infinito di uomini valorosi e di donne virtuose e capaci. 

Basandomi sulle storie d'amore del nonno, sugli amori tempestosi di mio padre e sul pallido deserto delle mie esperienze, ho desunto alcune costanti valide per le tre generazioni della mia famiglia. 

La prima fase, quella dell'amore ardente, è fatta di dolore lacerante, dal cuore trafitto gocciola un liquido simile alla resina di pino; il sangue versato per le pene d'amore sgorga dallo stomaco, attraversa gli intestini e viene espulso dal corpo sotto forma di feci nere come la pece. 

La seconda fase, quella dell'amore crudele, è la fase della critica impietosa; gli innamorati adorano scorticarsi vivi sul piano fisico, psicologico, spirituale e materiale; adorano strapparsi a vicenda le vene, i muscoli, gli organi e infine il cuore nero o rosso, e gettarlo in faccia all'altro, facendo sì che i due cuori si scontrino e vadano in pezzi. 

La terza fase, o dell'amore di ghiaccio, è caratterizzata da lunghi silenzi. La freddezza trasforma gli amanti in ghiaccioli. 

E' per questo che quelli che amano veramente hanno il viso bianco come brina e una temperatura corporea di venticinque gradi. Battono i denti senza riuscire a parlare, non perché non lo vogliano ma perché hanno disimparato, e agli altri danno l'impressione di esser muti.”.

 

 

 

 

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Mi svuoto dei nomi degli altri. Mi svuoto le tasche.
Mi svuoto le scarpe e le lascio sul ciglio della strada.
Di notte metto indietro gli orologi;
apro l’album di famiglia e mi guardo bambino.

A che giova? Le ore hanno fatto il loro dovere.
Dico il mio nome. Dico addio.
Le parole si inseguono nel vento.
Amo mia moglie ma la ripudio.

I miei genitori si alzano dai troni
nelle stanze lattee delle nubi. Come posso cantare?
Il tempo mi dice ciò che sono. Cambio e sono lo stesso.
Mi svuoto della mia vita e resta la mia vita.

 

 

Mark Strand

 

 

 

 

 

 

 

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per quegli amici che si amano.
e. 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“sei come una pietra preziosa che viene violentemente frantumata in mille schegge per poi essere ricostruita di un materiale più duraturo di quello della vita, cioè il materiale della poesia”

PPP

 

 

 

 

 

 

Maria Callas in - MEDEA di Pier Paolo Pasolini

 

 

 

 

"La realtà è quella che devi affrontare ma non puoi perché non vuoi. Tu rinascerai, ci sono riuscita io – donna – con tanta sensibilità, eppure ho capito che solo in noi possiamo basarci. Tu ahimè non prendermi in giro. E’ triste anche e sopratutto per me dirlo. Sugli altri non si può fidare a lungo. E’ legge di natura. "

MC

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                                                        DEPECHE MODE
                                                           

                                                              Blue dress

 

 

 

 

 

 

WALLACE STEVENS

L’UOMO DALLA CHITARRA AZZURRA 

 

 

L’uomo chinato sulla sua chitarra
Nella verde giornata.
Forse un sarto.

Gli dissero: “Sulla chitarra azzurra
tu non suoni le cose come sono”.

Egli disse: “Le cose come sono
si cambiano sulla chitarra azzurra”.

Risposero: “Ma tu devi suonare
un’aria che sia noi e ci trascenda,

un’aria sopra la chitarra azzurra
delle cose così come esse sono”.

 

 

 

 

PABLO PICASSO
CHITARRISTA VECCHIO E CIECO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"delle cose, così come esse sono"
mi sposto nel mondo evitando avvedutamente
qualunque "elemento" presuma sapere  o sappia
davvero le cose così come esse sono.
e mi faccio cieca e mi faccio vecchia, mi faccio
blu e verde.

 

 

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YOSA BUSON 

 

 

Il vecchio anno 

dopo morto Bashō 

non può finire

 

Ghiande nel piatto 

ascolto il rumore 

di altri tempi

 

Vesti di bambù 

lasciate dal Maestro 

pioggia d’inverno

 

 

 


MARIA CALLAS 

 

 

 

 

 

 

Esercito, nella mattina d'autunno

l'arte di permettere.

 

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EDMOND JABES

 

 

Sono un silenzioso. Mi chiedo, grazie al passo indietro che faccio, adesso, con la mia vita, se questo gusto pronunciato per il silenzio non abbia la sua origine nella difficoltà che, in ogni tempo,

fu la mia, di sentirmi in qualunque luogo.


Prima di conoscere il deserto, sapevo che era il mio universo. Soltanto la sabbia può accompagnare una parola muta fino all’orizzonte.


Scrivere sulla sabbia, all’ascolto d’una voce d’oltre-tempo, i limiti aboliti. Voce violenta del vento dove, immobile, dall’aria, questa voce ti tiene testa. Ciò ch’ella annuncia è ciò che ti assale o schiaccia.


Parola delle abissali profondità di cui voi non siete che l’inintellegibile brusio; la sonora o l’inaudibile presenza.
Se occorresse una immagine al Niente, la sabbia ce la fornirebbe.
Polvere dei nostri legami. Deserto dei nostri destini.

 

 

 

MARIA CALLAS

 

 

 

 

 

 

PIET MONDRIAN

 

 

 

 

 

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Facciamoci coraggio ed affrontiamo l'ennesimo gastritico autunno, con tutto il suo ampio, ingombrante corredo:

i colori della natura, gli odori nell'aria, gli ultimi tepori solari, l'umidità tanto gradita a funghi e muffe e licheni.. i repentini passaggi dai quindici ai trentacinque gradi, le infreddature, i colpi di freddo, di caldo, quelli al cuore, i colpi di schioppo per le campagne, ove, sì, si caccia, i colpi della strega e quelli di testa.  Così, mentre i poeti si preparano ad ingozzarsi di tristezza-melancolia-malinconia da spleen così da produrre versi e versi e ancora versi, come le api, il miele, noi, stoicamente, graniticamente, guardiamo avanti, cercando di resistere anche stavolta.

In fondo al tunnel autunnale, quando i vini la pianteranno di gorgogliare fermentando, quandi i moscerini a nubi saranno finalmente stecchiti, quando la calviniana buccia di fico sarà definitivamente scomparsa dal marciapiede, allora, solo allora, ci sarà lo splendido feroce inverno. 
Ma dal 22 non resterà che piegarsi ai toni delle fogli morte... 

 

un caro saluto.

 e 

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ANTONIA POZZI

 

 

Da lontani orizzonti viene il vento
e scrive parole segrete
su l'erba:
le rimormorano i fiori
tremando nelle lievi
corolle.

 

 


 

 

 

 

l'idea di pioggia convince  più della pioggia. ci penso. 

 

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