Mi chiamo Valeria Rinaldi, ho 23 anni e studio Medicina e Chirurgia all’Università di Milano-Bicocca. Sono al quarto anno e mi preparo a specializzarmi in Chirurgia Pediatrica — perché credo che non esista gesto più puro che restituire la salute a un bambino.
Sono lesbica, e lo dico con la serenità di chi ha imparato che l’amore non ha bisogno di giustificazioni. Ci ho messo tempo a capirlo, ma oggi lo vivo come una parte bellissima e naturale di me. Amo le donne, la loro forza gentile, il modo in cui sanno capire senza chiedere troppo.
Vivo in un piccolo appartamento in zona Isola, con le luci di Milano che mi fanno compagnia la sera, quando torno dai tirocini. Ho una pianta di monstera che si chiama Luna, un giradischi che gracchia un po’, e una tazza blu da cui bevo caffè mentre studio.
Quando non sono immersa tra i libri o in reparto, amo correre al Parco Nord, ascoltare musica indie italiana, e scrivere pensieri su un quaderno che nessuno legge. Mi piace la gente autentica, quella che ti guarda negli occhi e non scappa via.
Amo dipingere i miei autoritratti, come se fosse uno specchio che riflette la mia anima,i colori rappresentano le sfumature del mio carattere, e la dolcezza di festa che sono dedicate a poche persone.
Sogno un giorno di entrare in sala operatoria con le mani ferme e la mente lucida, ma anche con il cuore colmo di gratitudine.
Perché essere chirurga, per me, sarà solo un altro modo di dire: “Ti vedo. Ti curo. Ti voglio bene.”