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UnGattoNero 03 dicembre

Un'ombra vellutata scivolò lungo il muro di mattoni della vecchia biblioteca, scomparendo nell'incavo di una finestra socchiusa. Il gatto nero, chiamato Notte, non era un animale domestico qualunque; era il custode non ufficiale dei segreti sussurrati tra gli scaffali impolverati e delle storie dimenticate dai secoli.

I suoi occhi, due lune d'ambra liquide, scrutavano l'oscurità con una saggezza che smentiva la sua giovane età. Non miagolava mai, comunicava solo attraverso lievi fruscii della coda e pose enigmatiche. Gli impiegati della biblioteca lo consideravano una presenza benevola, un portafortuna silenzioso che teneva alla larga i topi e, si diceva, i critici letterari troppo severi.

Una sera d'autunno, mentre il vento ululava fuori e batteva la pioggia contro i vetri, Notte notò qualcosa di strano. Una giovane studentessa, il viso pallido e gli occhi arrossati dallo studio, stava fissando una pagina di un antico tomo, le lacrime che minacciavano di cadere. Sembrava persa, sopraffatta da un mistero che il libro non riusciva a risolvere.

Con la grazia di una piuma, Notte saltò giù dal suo trespolo sulla scrivania del bibliotecario e atterrò silenziosamente accanto alla sedia della ragazza. Con un gesto insolitamente audace per la sua natura riservata, spinse la sua testa morbida contro la mano tremante della studentessa.

Lei sussultò, sorpresa, poi guardò il gatto. In quegli occhi d'ambra, non vide il vuoto, ma un invito silenzioso. Notte si allontanò di un passo, si voltò, e con un altro impercettibile gesto della coda, la guidò attraverso i labirintici corridoi della biblioteca, in un angolo raramente visitato dove la luce della luna filtrava attraverso una vetrata colorata.

Lì, su uno scaffale nascosto dietro un busto di un poeta dimenticato, si trovava un piccolo libro rilegato in pelle verde smeraldo. La ragazza lo prese, sentendo un'inspiegabile attrazione. All'interno, non c'erano parole, solo disegni e mappe stellari che brillavano debolmente alla luce della luna. Erano le risposte che cercava, non in aride parole, ma in simboli antichi.

Da quella notte, Notte e la studentessa divennero compagni silenziosi. Lei superò il suo esame con lode, e il gatto nero continuò a vegliare, un'ombra vellutata e misteriosa, il custode silenzioso della conoscenza e di una amicizia nata tra gli scaffali di una biblioteca addormentata.

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un gatto, 7 vite, e a volte 9 code.

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separato/a

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Inglese, Spagnolo

I miei pregi

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I miei difetti

intollerante all'idiozia

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