Scrivere è un modo di parlare senza essere interrotti... è vero, e io questa frase l'ho sempre sentita mia, e non solo perché amo raccontarmi, lasciar uscire la parte più nascosta e profonda di me nella scrittura, ma perché è un qualcosa che vivo sottopelle...a volte è davvero complicato riuscire a spiegare ciò che ci rappresenta, non ci sono mai parole o momenti giusti per provare a farlo, e non perché non si vuole, ma è il filo sottile che divide la verità delle cose con l'apparenza della propria immagine. Le parole hanno un peso, inutile negarlo, determinate parole, quelle che ti entrano dentro e inconsapevolmente scavano in profondità, come alcune anime, che pur non guardandoti negli occhi riescono a vedere tutto, ed è talmente raro che accada che sembra quasi impossibile...ed è proprio quando succede che si scuote il dentro di qualcuno. In questo momento è strano, scrivo e ho come la sensazione che questi miei pensieri spingano fuori anche la mia totale incapacità di ascoltare realmente me stessa, almeno in certi giorni. Una domenica qualunque, una mattina di giugno in cui l'estate sta lentamente scendendo dal treno di una stagione un po' in ritardo con i suoi tempi e orari...sento ogni tanto il rumore in sottofondo di auto che passano fuori, e sono immersa nella tranquillità della mia stanza, il mio angolo protetto, testimone a volte di giornate in cui vivo di silenzi e pensieri rumorosi, di lacrime improvvise che parlano delle mie fragilità, che troppe volte maschero con una finta indifferenza di fronte a occhi che sento troppo lontani dal mio sentire. A volte basterebbe davvero poco, ma non in una realtà che corre così affannosamente alla ricerca di qualcosa...ma cosa poi? Non si sa. Del resto io nemmeno so cosa sto cercando, o forse lo so ma dò per scontato che sia raro da trovare. La mia testa è un come un enorme sala da discoteca dove ci sono tante emozioni camuffate sotto il rumore costante di un caos apparentemente senza senso. Eppure non è così, anche nel mio ammettere che è difficile comprendere la mia persona (a volte lo è persino per me) so quanto vive in quelle stanze silenziose del mio dentro. I miei silenzi non sono veri silenzi, è la mia vera voce attutita dalla consapevolezza di sapere che non è facile mostrare quella che sono. Un tempo questo era invisibile persino ai miei occhi. Ma oggi è diverso. Mi sento come quei fogli che volano nel vento, quella pagina che sembra già scritta, eppure non si riesce mai ad afferrare, e di conseguenza nemmeno a leggere. Ecco, sí...un foglio che costantemente si muove nel vento.
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Vorrei dire tante cose...ecco, la classica frase che spesso nei momenti di riflessione risuona in testa...eppure scontato o no, è proprio così per me. A volte sono piena di voglia di fare, di spogliarmi completamente delle mie paure e insicurezze, e poi ci sono tutte quelle volte che ne sono interamente rivestita. Certi momenti vorrei poter trovare quel maledetto interruttore nella mia testa, spegnere ogni cosa, lasciare che tutto segua un percorso non previsto, ma è come combattere sapendo già di mollare alla prima botta di arresto, un passo incerto, un dubbio che quasi mi sussurra:"che cazzo stai facendo?". Eh...che sto facendo? Non lo so, non lo so e ancora non lo so. A volte però capita che una scossa butti giù un po' di polvere, quelle consapevolezze che ogni tanto hanno modo di riaffacciarsi nella mia quotidianità. Le paure troppe volte hanno la meglio, camminano a braccetto con quelle fragilità bastarde, che pur essendo assurdo, tutto questo è parte di me. Un mondo completamente incasinato e rumoroso. Scrivo e penso, tra l'indecisione di prendere e cancellare tutto e la voglia e il bisogno di mettere giù emozioni dopo emozioni, che poi non sono solo emozioni, ma tutto un insieme di cose che mi appartengono...ed ecco che le due parti di me sono nuovamente in conflitto e competizione. Di solito ha la meglio più la parte razionale, controllata, ma sento che l'altra scalpita, vibra, sento le sue unghie graffiare sulle pareti del mio dentro. Cosa si può nascondere, a volte, nel dentro di qualcuno...raro capirlo quanto lasciarlo intravedere, eppure qualcosa nell'aria c'è, respiro e sento che la linea del presente potrebbe curvarsi fortemente e all'improvviso, e io divisa tra la voglia matta di guardare in mille direzioni diverse e al tempo stesso dal mio aggrapparmi alle piccole e quotidiane certezze, lascio momentaneamente scorrere tutto in questo tardo pomeriggio. E...e... chissà...