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zipna più di un mese fa

L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.

 

- Eugenio Montale 

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" I forti possono cadere,  ma non posso cedere "

 

 

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Le persone vanno lasciate libere di stare
dove e con chi vogliono.
Inutile rammaricarsene e rincorrerle.
Non serve a nulla.
Ognuno sta accanto a chi più gli piace,
del resto se così non fosse,
sarebbero con voi, no?
Dunque siatene felici, uscite,
prendetevi cura di voi, ridete,
apritevi a nuove cose e ben presto, ve lo assicuro, troverete chi fermerà il suo cammino per stare al vostro fianco.
Non state male, non affannatevi.
Ci pensa la vita.
È tutto qui...

(Paola Delton)
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Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni che la vita mi dava, tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita.
Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire che ciò che dà valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire. 
Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare “felicità”, consisteva di sensazioni.
Il denaro non era niente, il potere non era niente. 
Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. 
La bellezza non era niente: si vedevano uomini belli e donne belle che erano infelici nonostante la loro bellezza. 
Anche la salute non aveva un gran peso; ognuno aveva la salute che si sentiva, c’erano malati pieni di voglia di vivere che fiorivano fino a poco prima della fine e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza. 
Ma la felicità era ovunque una persona avesse forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento. 
La bellezza non appagava chi la possedeva, ma chi sapeva amarla e adorarla.
C’erano moltissimi sentimenti, all’apparenza, ma in fondo erano una cosa sola. 
Si può dare al sentimento il nome di volontà, o qualsiasi altro. Io lo chiamo amore. 
La felicità è amore, nient’altro. Felice è chi sa amare. 
Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita.
Ma amare e desiderare non è la stessa cosa.
L’amore è desiderio fattosi saggio; l’amore non vuole avere; vuole soltanto amare.

(Hermann Hesse)

 

 

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Sta sulla scena
senza alcuno strumento.

 

Appoggia le mani sul petto,
là dove nasce il respiro
e dove si spegne.

 

Non sono le mani a cantare
E nemmeno il petto.


Canta ciò che tace.

 

Adam Zagajewski

 

Da "Della vita degli oggetti" Adelphi
Traduzione di Krystyna Jaworska
Foto Paolo Roversi

 

 

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