"Possiamo comprare tutto, non l'amore. Non troveremo l'amore in un negozio. L'amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana."
Zygmunt Bauman.
"Possiamo comprare tutto, non l'amore. Non troveremo l'amore in un negozio. L'amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana."
Zygmunt Bauman.
“La cosa più bella di te, è che non riesco a trovare neanche il principio di un paragone.
Non”sei come”.
Non “sei più”
"Sei".
E’ il resto semmai, a doversi adattare.” Malkavian Madness
La Befana è un simbolo fortissimo.
Non ha la bellezza delle streghe, non ha la slitta con le renne ma una misera scopa, non porta regali ma dolcetti e carbone.
La Befana, però, ha un fascino tutto suo racchiuso nella sua solitudine, nella sua eleganza, nella sua fierezza che traspare dal suo soprassedere alle battute sulla sua bruttezza.
Un'epifania di bellezza e grazia.
La Befana ci ricorda una cosa molto importante: non tutti ci possiamo permettere la sua autenticità.
Buona Epifania a tutti.
«Alcune storie finiscono prima di iniziare davvero. Altre cominciano anche se non le avremmo mai considerate possibili.»
(Frank Schätzing - Breaking news)
Sono un libro dalla copertina rigida, difficile ad aprirsi.
Il vero avversario, che la frontiera include, è il giocatore stesso. C'è sempre e solo l'io là fuori, sul campo da incontrare, combattere, costringere a venire a patti. Il ragazzo dall'altro lato della rete: lui non è il nemico, è il partner della danza. Lui è il pretesto e l'occasione per incontrare l'io.
.
David Foster Wallace, "Infinite Jest"
.
Nel tennis sei faccia a faccia con il nemico, scambi colpi con lui, ma non lo tocchi mai, né parli a lui o a qualcun altro. Il regolamento vieta perfino che un tennista parli col proprio allenatore mentre è in campo. A volte c'è chi sostiene che i corridori siano altrettanto solitari, ma è un confronto ridicolo. Almeno il corridore può sentire e annusare gli avversari. Sono a pochi centimetri da lui.
Nel tennis sei su un'isola. Di tutti gli sport praticati da uomini e donne, il tennis è il più simile all'isolamento carcerario, il che porta inevitabilmente a parlare da soli, e io inizio a farlo qui, sotto la doccia pomeridiana.
.
André Agassi, "Open"
.
.
Pratico tennis da quando avevo 8 anni. Mi ha insegnato a stare sola e a combattere, a superare i miei limiti. Lo adoro. Sei tu e la racchetta. Non esiste altro. Tu e la racchetta soltanto. Non esistono persone, pensieri, cose che possano distrarti. Ho una resistenza fisica invidiabile. Non mi stanco facilmente. Posso giocare per ore e ore.
Ho giocato con una mano fascia ta e una gamba contusa, gioco con tutte le avversità possibili, sempre. Perché mi fortifica. È un esercizio spirituale. È una dipendenza. E poi sì, parlo da sola. Sottovoce. Mentre mi concentro per servire e mentre torno a fondo toccando la racchetta.
Le idee migliori, le soluzioni migliori sono balenate nella mia mente mentre giocavo a tennis, mentre da ambidestra la racchetta passava da una mano all' altra, vent'anni fa ripassavo gli esami che dovevo dare all' università mentre giocavo a tennis.
Sono io il mio peggior nemico in campo. Non mi do tregua. Sono io che mi distruggo se non riesco a fare ciò che voglio io e come voglio io. Io e me stessa. Non esiste nessun altro.
E sto meglio da sola che con la gente, sì.
«La più nobile specie di bellezza è quella che non trascina a un tratto, che non scatena assalti tempestosi e inebrianti, ma che si insinua lentamente.»
(Friedrich Nietzsche)
"Forse c'è qualcosa di peggio dei sogni svaniti: perdere la voglia di sognare ancora.”
(Sigmund Freud)