Il Piacere di Khalil Gibran
Allora un eremita, che visitava la città una volta all’anno, si fece avanti e domandò: Parlaci del Piacere.
Ed egli rispose, dicendo:
Il piacere è una canzone di libertà,
Ma non è la libertà.
È la fioritura dei vostri desideri,
Ma non è il loro frutto.
È una profondità che spinge verso l’alto,
Ma non è la valle né la cima.
È l’uccello in gabbia che prende il volo,
Ma non è lo spazio imprigionato.
Ahimè, il piacere, invero, è una canzone di libertà.
E io vorrei che la intonaste a cuore pieno, ma temo che a cantarla perdereste il cuore.
Alcuni giovani, tra voi, cercano il piacere come se fosse tutto, e sono giudicati e biasimati.
Non biasimateli, ma lasciateli cercare.
Poi che essi troveranno il piacere, ma non solo quello;
Il piacere ha sette fratelli, e il minore è il più bello.
Non avete udito di quell’uomo che, scavando la terra in cerca di radici, scoprì il tesoro?
E tra voi alcuni anziani, nel ricordo, si rammaricano dei piaceri come di errori compiuti nell’ebbrezza.
Ma il rammarico è la nebbia della mente, e non il suo castigo.
Dovrebbero rammentarsi dei loro piaceri, riconoscenti come al raccolto di un’estate.
Ma se il rammarico li conforta, si confortino pure.
E tra voi vi sono quelli che non sono né giovani per cercare, né vecchi per ricordare;
Così, temendo di cercare e ricordare, essi fuggono i piaceri, per non dimenticare e offendere lo spirito.
Tale rinuncia è il loro piacere.
E così anch’essi scoprono tesori, sebbene scavino radici con mani tremanti.
Ma ditemi, chi mai può offendere lo spirito?
L’usignolo offenderà il silenzio della notte, o la lucciola le stelle?
La vostra fiamma e il vostro fumo impediranno il vento?
Pensate forse di poter turbare lo spirito con un bastone, come uno stagno tranquillo?
Spesso, negandovi al piacere, non fate altro che riporne il desiderio nei recessi della vita.
Chissà che non vi attenda domani ciò che oggi avete tralasciato?
Il vostro corpo conosce il suo retaggio e il giusto suo bisogno, e non subisce inganno.
Il vostro corpo è l’arpa della vostra anima,
E tocca a voi di trarne dolci armonie o confusi suoni.
Ora domandatevi in cuore, «Come potremo distinguere il buono e il cattivo nel piacere? ».
Andate nei campi e nei vostri giardini, e vedrete che il piacere dell’ape è raccogliere miele dal fiore,
E il piacere del fiore è concedere all’ape il suo miele.
Poi che un fiore per l’ape è una fontana di vita,
E un’ape per il fiore è una messaggera d’amore,
E darsi e ricevere piacere è insieme l’utilità e l’estasi per l’ape e per il fiore.
Popolo d’Orfalese, nei piaceri siate come le api e come i fiori.
Un sorriso!
E.🍀🌈