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Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. "Che cibo ci sarà?" - si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi. 
Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: - "C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" Il pollo alzò la testa e disse: "Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto." Il topolino andò dal maiale dicendogli, "C'è la trappola per topi in casa! C'è la trappola per topi in casa!" Il maiale con empatia disse: -"mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c'è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere." Il topolino allora andò dalla mucca: -"C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" La mucca disse, "Oh, Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba." Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola. Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta. Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l'ingrediente principale della zuppa. La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza.
La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita. 
Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. 

"Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te".
(Ernest Hemingway)

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Lo street artist #kevinlee ha definito questa sua opera “l’invisibilità della povertà”

Trovo che sia stupenda

#streetart #streetphotography #streetartist #poverta #arte #artepubblica

 

 

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Tra le opere meno conosciute di Munch abbiamo “Occhi negli occhi” del 1894, un capolavoro angosciante.
Il quadro parla di un amore finito, una tela in cui ogni dettaglio ha un intimo significato: una coppia, due persone che si amavano, un amore che è morto. 
Notiamo un uomo e una donna, disposti l’uno di fronte all’altro. Cosa vediamo? Degli occhi e delle bocche mancanti, due occhi che non si guardano, due bocche che non si parlano, perché chi non si ama più non ha più niente da condividere.
Paradossalmente l’opera si chiama “Occhi negli occhi”, ma questi mancano… perché?
Perché due persone che non si amano più, si percepiscono ma non si guardano. Due occhi che adesso sono vuoti. 
I due corpi sembrano due cadaveri, avvolti dal nero del sottosuolo; il richiamo continuo è la fine. 
A dividere la tela in maniera perfettamente simmetrica vi è un albero,simbolo della vita. Un albero che divide questo sguardo assente, un
albero che allude alla separazione di due destini.
In alto a sinistra troviamo una casa: seppur in apparenza casuale, è lì per alludere al desiderio di stabilità. Una casa, un amore solido, una famiglia, delle certezze… qualcosa a cui sicuramente aspiravano questi due amanti.
Munch, con quest’opera ci porta ad una riflessione paralizzante sulla peggior paura degli innamorati; come diceva Samuel Taylor Coleridge, “incontrarsi, conoscersi, amarsi e poi separarsi è la storia triste di tanti cuori”.

 

 

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Importante è che il sentimento  dell'amore si fondi sull'autenticità e la corrispondenza!

 

Sonetto 116, di William Shakespeare


Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli.


Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore
o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto,
e nessuno ha mai amato.

 

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Eh già! È proprio così! 

 

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Eh già! È proprio così! 

 

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Dopo il pessimo spettacolo di questa settimana tutti pronti per lo spettacolo della prossima?  Finché la barca va... 

 

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