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“La libertà vera non è fare quello che ci pare, ma vivere come creature libere dalla paura.”

 

Susanna Tamaro

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“Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è di dargli fiducia.”

 

Ernest Hemingway 

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            Dove Sta Il Parapioggia

 

Al termine di dieci anni di apprendistato, Zenno pensava di poter già essere elevato alla categoria di maestro zen.  In un giorno di pioggia, andò a trovare il famoso professore Nan-in.  Mentre entrava nella casa di Nan-in, questi domandò: “Avete lasciato il vostro parapioggia e le vostre scarpe fuori?”

“Ovviamente,” rispose Zenno.

“È ciò che detta la buona educazione.Mi comporterei così in qualsiasi luogo.”

 “Allora ditemi: avete messo il parapioggia a destra o a sinistra delle scarpe?”

 “Non ne ho la minima idea, maestro.”

“Il buddismo zen è l’arte della coscienza totale di ciò che facciamo,” disse Nan-in.

“La mancanza di attenzione ai piccoli dettagli può distruggere completamente la vita di un uomo.

Un padre che esce di casa di corsa non può mai dimenticare un pugnale alla portata di suo figlio piccolo.

Un samurai che non guarda tutti i giorni la sua spada finirà per trovarla arrugginita quando ne avrà più bisogno.

Un giovane che dimentica di offrire dei fiori all’amata finirà per perderla.”

E Zenno comprese che, benché conoscesse bene le tecniche zen del mondo spirituale, si era dimenticato di applicarle nel mondo degli uomini.

 

 

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Il bambino chiese alla bambina di dire nel

barattolo: “Ti amo”, senza fornirle altre spiegazioni.

E lei non gliene chiese, né disse ‘che sciocchezza’, o ‘siamo troppo giovani per l’amore’; e non suggerì neanche alla lontana che diceva ‘ti amo’ perché glielo aveva chiesto lui. Invece, gli rispose: “Ti amo”.

Il messaggio viaggiò per lo yo-yo, la bambola, il diario, la collana, la trapunta, il filo da bucato, il regalo di compleanno, l’arpa, la bustina da tè, la racchetta da tennis, l’orlo della gonna che un giorno lui avrebbe dovuto toglierle…»

"Che schifo!"

Il bambino coprì il suo barattolo con un coperchio, lo staccò dalla corda e collocò l’amore della bambina per lui su un ripiano nel proprio armadio. Ovviamente, non poté mai aprire il barattolo perché altrimenti avrebbe perso il contenuto.

Gli bastava sapere che  era lì.

                     ________________________________________________

E dunque si doveva accontentare dell’idea dell’amore – di amare il fatto di amare cose della cui esistenza non le importava affatto.

L’amore in sé divenne oggetto del suo amore.

Lei amava sé stessa innamorata, amava amare l’amore come l’amore ama amare: ed era in grado, quindi, di riconciliarsi con un mondo tanto diverso da quello che avrebbe auspicato.

                 Jonathan Safran Foer

 

 

 

 

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 Vivere È Essere 

Vivere è essere un altro. Non è possibile neppure sentire se oggi si sente come si è sentito ieri: sentire oggi la stessa cosa di ieri non è sentire; è ricordare oggi quello che si è sentito ieri, essere oggi il cadavere vivo di quello che ieri è stata la vita perduta. Cancellare tutto del quadro da un giorno all’altro, essere nuovi ad ogni nuova alba, in una perpetua rinnovata verginità dell’emozione: questo, e solo questo, vale la pena di essere o di avere, per essere o avere quello che imperfettamente siamo. Questa alba è la prima del mondo. Mai questo colore rosa che ingiallisce in un bianco caldo si è posato così sulla facciata con cui il caseggiato a ponente fissa pieno di occhi di vetro il silenzio che arriva nella luce crescente.

Mai c’è stata questa ora, né questa luce, né questo mio essere.

Domani quello che sarà è un’altra cosa e quello che io vedrò sarà visto da occhi ricomposti, colmi di una nuova visione.

Fernando Pessoa

 

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 In una delle sue ultime lettere, che Vincent Van Gogh scrive al  fratello Theo, prima di togliersi la vita, il pittore parla della grande attrazione che le stelle esercitano su di lui, la gioia che prova al solo pensiero di poter arrivare lassù... e di come queste siano irraggiungibili se non morendo... Questi sono i pensieri di un pazzo, secondo i medici) di un pazzo che ragiona della vita in termini filosofici ed oggettivi, come pochi uomini normali farebbero.Evidentemente la sensibilità artistica apre nella mente sentieri unici e speciali.

[Arles - luglio 1888] [...] È veramente un fenomeno strano che tutti gli artisti, poeti, musicisti, pittori, siano materialmente degli infelici - anche quelli felici [...] Ciò riporta a galla l'eterno problema: la vita è tutta visibile da noi, oppure ne conosciamo prima della morte solo un emisfero? I pittori - per non parlare che di loro - quando sono morti e sepolti parlano con le loro opere a una generazione successiva o a diverse generazioni successive. È questo il punto o c'è ancora dell'altro? Nella vita di un pittore la morte non è forse quello che c'è di più difficile.

Dichiaro di non saperne assolutamente nulla, ma LA VISTA DELLE STELLE MI FA SEMPRE SOGNARE, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi. Perché, mi dico, i punti luminosi del firmamento ci dovrebbero essere meno accessibili dei punti neri della carta di Francia? Se prendiamo il treno per andare a Tarascon oppure a Rouen, possiamo prendere la morte per andare in una stella. Ciò che però è certamente esatto, in questo ragionamento, è che essendo in vita non possiamo arrivare in una stella, non più di quanto, essendo morti, possiamo prendere il treno.

Comunque non mi sembra impossibile che <le malattie> possano costituir dei mezzi di locomozione celeste, così come i battelli, gli omnibus e il treno sono mezzi di locomozione terrestri. Morire tranquillamente di vecchiaia sarebbe come viaggiare a piedi. [...]

 

 

 

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“Noi perdiamo tre quarti di noi stessi per essere come le altre persone.”

 

Arthur Schopenhauer

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 Ama tutti, credi a pochi e non far del male a nessuno.

 

William Shakespeare

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In un vestito rosso

Sei comparsa al portone
In un vestito rosso
Per dirmi che sei fuoco
Che consuma e riaccende

Una spina mi ha punto
Delle tue rose rosse
Perché succhiassi al dito
Come già tuo, il mio sangue

Percorremmo la strada
Che faceva il rigoglio
Della selvaggia altura,
Ma già da molto tempo
Sapevo che soffrendo con temeraria fede,
L’età per vincere non conta.

Era di lunedì,
per stringerci le mani
E parlare felici
Non si trovò rifugio
Che in un giardino triste
Della città convulsa.

(da Dialogo, Fògola, 1968)
GIUSEPPE UNGARETTI
12 SETTEMBRE 1966
.

“Con il rendermi conto dell’età oso indicare che l’amore  può non estinguersi che con la morte”: così Giuseppe Ungaretti scriveva di Dialogo.  Questa pubblicazione di 59 esemplari non andò mai in commercio; é composta di solo nove poesie , a cinque delle quali risponde una giovane donna, Bruna Bianco. Si presume che  sia  colei che risvegliò l'amore nel poeta e contemporaneamente la vena poetica, che, in questo periodo tornò ad essere di grande levatura.. La potenza dell'amore, non importa  a quale età si ami,o si torni ad amare...



 

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