Profilo BACHECA 2281
La liturgia in questi giorni ci invita a sostare sul mistero dell’incarnazione: in Gesù la Parola eterna ha assunto interamente la condizione umana e ha posto la sua dimora (“tenda”) tra di noi, nella nostra storia. Dio vuole irrompere nelle nostre vite, abitare le realtà quotidiane, affinché comprendiamo la grazia del suo amore e della sua vicinanza. È la lieta notizia “che illumina ogni uomo” con una luce che non abbaglia, non umilia, ma che riscalda le nostre esistenze e rischiara gli occhi del cuore.
La liturgia in questi giorni ci invita a sostare sul mistero dell’incarnazione: in Gesù la Parola eterna ha assunto interamente la condizione umana e ha posto la sua dimora (“tenda”) tra di noi, nella nostra storia. Dio vuole irrompere nelle nostre vite, abitare le realtà quotidiane, affinché comprendiamo la grazia del suo amore e della sua vicinanza. È la lieta notizia “che illumina ogni uomo” con una luce che non abbaglia, non umilia, ma che riscalda le nostre esistenze e rischiara gli occhi del cuore.
Giovanni 1,1-5
Un colloquio d’amore
Il prologo del Vangelo secondo Giovanni canta in termini poetici la passione d’amore che abita il cuore di Dio: il Figlio che è la parola di Dio rivolta verso Dio, “parla” a Dio Padre fin dall’eternità, nell’in principio fuori del tempo. È da questo primordiale colloquio d’amore interno al cuore stesso di Dio, tra Dio e la sua Parola eterna, che nasce la volontà di una comunione più ampia.
Sguardo penetrante affinato dall’attesa
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Una donna il suo uomo e il loro bambino, arrivano da un villaggio diretti verso il tempio, la casa di Dio, camminano con i passi delle fede, attraversati dalle domande che portano nel cuore per il concepimento e la nascita di quel bambino fuori da dinamiche umane e razionali. |
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