Profilo BACHECA 119
Giuseppe Battiston, monologo da Il corpo, (2024), di Vincenzo Alfieri
Federico Faggin, Irriducibile
dal capitolo - Il risveglio
Nel dicembre 1990, mentre ero al lago Tahoe con la mia famiglia durante le vacanze natalizie, mi svegliai verso mezzanotte per bere. Mi versai un bicchiere d’acqua dal frigorifero della cucina e, sorseggiando, mi spostai nel soggiorno adiacente per contemplare il lago, ora oscuro e misterioso. Tornato a letto, mentre aspettavo di riaddormentarmi, sentii improvvisamente un’energia fortissima emergere dal petto: era non solo un’esperienza mai provata prima, ma un fenomeno così straordinario che non avrei mai potuto immaginare. Questa energia viva era amore, ma un amore così intenso e così incredibilmente appagante che superava ogni sentimento e nozione che avevo sulla natura dell’amore. Ancora più incredibile era il fatto che la sorgente di questo amore fossi io. Si manifestava come un ampio fascio di luce bianca e scintillante, viva e beatifica, che sgorgava dal mio cuore con una forza incredibile. Poi all’improvviso quella luce esplose. Riempì la stanza e si espanse fino ad abbracciare l’intero universo con lo stesso bianco splendore. Ho capito allora, senza ombra di dubbio, che quella è la sostanza di cui è fatto tutto ciò che esiste. È ciò che ha creato l’universo partendo da se stesso. Poi, con immensa sorpresa, riconobbi che quella luce ero io! L’intera esperienza durò forse un minuto, però mi cambiò irreversibilmente. Il mio rapporto con il mondo era sempre stato quello di un osservatore che lo percepiva fuori da sé, cioè separato. Invece ora io ero sia lo sperimentatore sia l’esperienza: una prospettiva strabiliante e impossibile da immaginare, che può essere capita soltanto se la si è provata in prima persona. Ero contemporaneamente l’osservatore del mondo e il mondo. Ero il mondo che osservava se stesso! E allo stesso tempo capivo che il mondo è fatto di una sostanza che sa d’amore e che io sono quella stessa sostanza! In altre parole, l’essenza della realtà si è rivelata come una sostanza che conosce se stessa nella sua autoriflessione, e il suo autoconoscersi è vissuto come un amore irreprimibile, dinamico e pieno di gioia e di pace. Quest’esperienza conteneva un senso di verità senza precedenti, perché era vera a tutti i livelli del mio essere. Sul piano fisico, il mio corpo era vivo e vibrante come non l’avevo mai sentito prima. A livello emotivo mi percepivo come una potentissima sorgente d’amore, e a livello mentale sapevo con certezza che tutto è “fatto” d’amore. Per la prima volta nella mia vita avevo sperimentato l’esistenza di un’altra dimensione della realtà, una dimensione che prima poteva essere conosciuta soltanto intellettualmente ma non vissuta: il livello spirituale, in cui una persona è tutt’uno con il mondo.È stata una conoscenza diretta, più forte ancora della certezza offerta dalla logica; una conoscenza da dentro anziché da fuori, che aveva coinvolto contemporaneamente tutti gli aspetti della mia coscienza: fisico, emotivo, mentale e spirituale. Mi piace pensare che ho sperimentato la mia natura sia come particella sia come onda, per usare un’analogia con la fisica quantistica impossibile da comprendere con la logica ordinaria. L’aspetto particellare era la capacità di mantenere la mia identità nonostante sperimentassi me stesso come il mondo (aspetto ondulatorio). Però anche la mia identità era parte del mondo, perché mi sentivo “mondo” con il “mio” punto di vista. Così adesso intuisco che la mia identità è come uno degli infiniti punti di vista con cui Uno – il Tutto, la totalità di ciò che esiste – osserva e conosce se stesso. In altre parole, ciascuno di noi è un punto di vista di Uno, una parte di Uno indivisibile da Uno e, in quanto tale, eterna. Quell’esperienza mi ha fatto comprendere che, come disse il celebre poeta e aforista libanese Khalil Gibran, “Il risveglio spirituale è la cosa più essenziale nella vita dell’uomo, è l’unico scopo dell’esistenza”. Essa ha cambiato completamente la mia vita e ha conservato la sua intensità e chiarezza originali nel corso degli anni. Ancora oggi continua ad avere su di me un impatto potente.
Steve Reich, Music for 18 Musicians
(al minuto 12,30 circa)
Paradosso della Nave di Teseo
La nave su cui viaggiò Teseo, eroe di Atene, venne conservata dai suoi concittadini come memoria dell’impresa.
Col passare del tempo, però, le assi che la componevano marcirono una dopo l’altra e furono sostituite con legno nuovo.
Dopo molti anni, nessuna delle assi originarie restava nella nave.
La domanda allora è:
È ancora la stessa nave di Teseo?
E se qualcuno avesse raccolto tutte le assi vecchie e, con esse, avesse ricostruito una nuova imbarcazione identica alla prima,
quale delle due sarebbe la vera nave di Teseo?
"Cosa mi aspetto dai miei lettori? La rivoluzione. La ribellione. Una capacità di essere inquieti. La magnanimità dell'irresponsabilità. Il buon gusto. Un bagaglio culturale che non mira a conquistare il potere.
Ma tutto questo non è davvero ciò che mi auguro di ricevere dai miei lettori:
questo è quello che auguro loro di ricevere.
E lo dico con un sentimento di grande tranquillità nell'animo, perché so di non averli mai privati di nulla, soprattutto di non aver mai tolto loro una cosa - se ne avevano, o se ne hanno ancora -: la speranza.
La speranza che esista una realtà narrabile, e che vivere in essa non sia vano".
László Krasznahorkai, ((Intervista),
Nobel per la letteratura 2025
"'Credo che siamo a un punto in cui la scienza dovrà integrare la dimensione interiore e qualitativa dell'esperienza cosciente con l'analisi quantitativa e simbolica. Solo così potremo avere una comprensione più completa della realtà. La meccanica quantistica ci fornisce gli strumenti teorici per poterlo fare, perché certe caratteristiche fondamentali dell'informazione quantistica hanno tutte le peculiarità del libero arbitrio e dell'esperienza
cosciente. (...)
L'intelligenza artificiale, per sua natura, elabora simboli seguendo regole programmate o apprese.
Può imitare certi aspetti dell'intelligenza umana, ma il significato autentico richiede esperienza interiore, un
"sentire" che le macchine non hanno. La coscienza non è una proprietà emergente di un calcolo, ma un principio fondamentale della realtà. (...)
lo scientismo che impregna la nostra cultura e società è non solo la negazione della profonda cultura umanistica che è stata uno dei pilastri della nostra civiltà, ma è la negazione della vita stessa. Lo vedo soprattutto nelle infinite discussioni sull'intelligenza artificiale, che sempre di più si va sostituendo al pensiero e alla ragione, devo dire, con dispiacere, anche nei programmi scolastici."
Federico Faggin, intervista, Università di Pisa, 29 settembre 2025
https://youtu.be/HypmW4Yd7SY?si=XYFsj-m_HdB980ky
"Non esiste una reale e oggettiva separazione tra suono e silenzio, ma soltanto tra l'intenzione di ascoltare e quella di non farlo" e "Per me il significato essenziale del silenzio è la rinuncia a qualsiasi intenzione".
Shhh...
https://youtu.be/HypmW4Yd7SY?si=XYFsj-m_HdB980ky
"Non esiste una reale e oggettiva separazione tra suono e silenzio, ma soltanto tra l'intenzione di ascoltare e quella di non farlo" e "Per me il significato essenziale del silenzio è la rinuncia a qualsiasi intenzione".
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c'è l'acqua e c'è musica. una realtà incognita, calamitante in cui sprofondare ed un artefatto che tenta evocazioni: combino gli elementi e sono in uno sprofondo blu, in mente cascate di note