CI SCRUTAVAMO IN SILENZIO TRA MUTABILI DUNE.
QUANDO IL TRAMONTO LAVAVA IL SUO CORPO NEL SALE.
E IL MARE CI PARLAVA IN GRAN SEGRETO CON LA SABBIA NELLE ORECCHIE.
_blankshine_
CI SCRUTAVAMO IN SILENZIO TRA MUTABILI DUNE.
QUANDO IL TRAMONTO LAVAVA IL SUO CORPO NEL SALE.
E IL MARE CI PARLAVA IN GRAN SEGRETO CON LA SABBIA NELLE ORECCHIE.
_blankshine_
Della stessa crepa.
Avanzi di polverosa bellezza.
Presi da un’aura fredda sui volti appoggiati a scrutarci.
Nel mezzo, lo stato bulimico di buio.
L’odore tenace al caos dei sensi che ci risucchia.
Perché attratti come falene alle velenose candele in preghiera.
L’urlo che si condensa nel mutismo di una ferita incendiata.
Della stessa sete.
Di quel sangue nascosto agli occhi e dalla bocca del mondo.
_blankshine_
Pilastri di vita a sostenere un cielo a testa in giù!
Guardando nel modo più profondo la luce di questo sasso sospeso nell'infinito.
_blankshine_
C'è stato un punto indefinito di collisione.
Orfano di ritrovo.
Continuando a masticare appetibile buio.
Non importa quanto sia stato giudicabile.
Cadere comunque con oggettiva necessità.
Nel pieno di un'anestetica visione a non dolersi di affanni.
_blankshine_
SI AFFACCIANO SILENZIOSAMENTE PAROLE.
OCCUPANDO PAUSE E CURIOSE RIFLESSIONI.
A CIBARSI DI NETTARE AD OGNI SCANDITO INCONSCIO.
SOLO OCCHI DI PRECIPITATA GIOIA.
_blankshine_
Qualcosa di te per non sentire la caduta sulle fragili ginocchia quando si riprende il cammino.
Iniezioni di saggezza al mio tormentoso spirito.
Perché le paure continuano a bluffare, imbottendosi di aria per sembrare più grosse.
Ovunque di vita, come souvenir di pura grazia che racconta le vie per il mondo.
Senza timore quando i sussurri si confessano così vicini alle stelle con l’udito forte del cielo.
Alla curiosità di scartare con le proprie dita il piacere di una sorpresa non convenzionale a questo meraviglioso assillo di tempo.
Le parole hanno assaggiato. Le parole hanno i morsi di una luce persistente per ogni sincope riflessa.
_blankshine_
Sigillo zingaro incastonato nella sottile foschia di una veste d'autunno.
Con lentezza un mormorio di cielo il cuore diventa stagno.
Rimane un saluto fermo in cotroluce tra vigili rami scuri.
L' ultima linea certa di uno stato d'animo e lo scintillio della pioggia.
Una presa coscienza verso l'audacia direzione.
Impressa da zoccoli duri tra nubi in avvolgente cammino.
_blankshine_
Mi guardai intorno senza perdere di vista la mia ombra, così distinta con quell’abito scuro di eleganza da non sfigurare nemmeno al passaggio su qualche buca profonda.
Mi inoltrai dove iniziava a farsi sempre più fitta una voce suadente. Era l’acqua che raccontava i suoi segreti ad una riva dal volto attonito di bianco.
Una musica nel frattempo si allungava come un elastico teso a testare la forza tra un uomo seduto laggiù e il suo riflesso impreziosito di stelle.
Si potevano ben distinguere spalle ricurve verso una sconfinata resistenza di pensieri.
La luna rimase in sospeso tra scie vertiginose di una temperatura sempre più fresca. E quando poi la nebbia iniziò lentamente a calare divorando ogni contorno di spazi, l’ombra decise di assentarsi con quei passi che ormai non sentivo più.
_blankshine_
Prima che svanisse il giorno, lungo quella strettoia buia di sofferenze,
si poteva sentire nell’aria l’inconfondibile brezza di rose e il canto incessante di cicale.
Prima che il suo respiro venisse steso come mantello a coprirci fragili spalle,
si poteva sentire la nuda confessione d’amore scorrere gelida sul tepore muto della pelle.
Noi ora qui, presenti come statue scomposte di cera, nella promessa mancata alla sua agognata casa di gioia,
col nome di madre impresso nell’anima ferita dal doloroso distacco.
_blankshine_
La magia ritorna nelle sere che sanno ancora di ortensia.
Un brivido si scopre da un risvolto di pace.
Poichè l'olfatto è il ricordo che osa tramutarsi in carne.
Essenziali momenti resistenti quanto i sogni.
_blankshine_