Stare insieme abbracciati a letto,
quando fuori fa freddo e piove,
non ha prezzo ❤️.
Poi mi sono dovuto alzare
perché voleva i croccantini...
🥲
Stare insieme abbracciati a letto,
quando fuori fa freddo e piove,
non ha prezzo ❤️.
Poi mi sono dovuto alzare
perché voleva i croccantini...
🥲
Quando tra le parole da non dire, scegli sempre quelle sbagliate, e... le dici:
"Mi manchi" ❤️
Anni addietro mi ero innamorato di una tiratrice scelta dell'arma dei Carabinieri...
Una relazione che spesso mi portava a nascondermi e che mi lasciava senza fiato, ma era difficile e frustrante soprattutto per lei, che mi mancava sempre... 😅
Giorno 42 (5+12+25)
Ricordi di gioventù...
Armi a riposo, della serie:
"Vieni qui che non ti faccio niente..."
E, non è una battuta 😅
Per maggiori delucidazioni, vedere il post prece...🦷 del giorno 40
😉
Armeria anni '70
.....foto da collezione "provata" 😅
Giorno 40 (3+12+25)
🔽
🔽
🔽
Eeehe, a proposito di cold case, mia mamma ora 89enne, un paio di lustri addietro dovendo svuotare parte della cantina, ha rinvenuto una decina di tubi vuoti di latte condensato, schiacciati e nascosti nella parte cava delle colonnine del letto a castello dove dormivamo io e mio fratello da ragazzini. Ancor oggi ogni tanto (guardando il battipanni di giunco a riposo), si domanda e riapre le indagini per capire chi dei due 🙄🙄 abbia commesso e perpetrato il reato con la occultazione delle prove...😅
Le tracce di DNA sui tubetti dopo tutto il tempo trascorso non sono attribuibili al 100% ad uno all'altro dei due fratelli e ci sono anche tracce di una contaminazione esterna, non appartenenti a qualcuno del gruppo famigliare (forse un amico di merende).
E dopo anni, il mistero continua... 👁
Giorno 64 (28+11+25) ancora x 20'
Chissà perché c'è sempre una colonna di macchine dietro, che ci sarebbe tutta la strada libera davanti...
Ah! Questa che vedete era la moda in auto di una volta, dalle mie parti, si che siamo alla moda...
Io mi metto quelli con il pon-pon 😅
Giorno 62 (26+11+25) oggi non ho fantasia, anche se fa freddo, sono uscito lasciando a casa al caldo davanti al caminetto quel che è il poco di cervello rimasto, ho messo in tasca una 🍎 preso la canna da 🍑 e mi sono dato un 👁 un pochino indietro...
È da più trent'anni che sono scappato dalla città e vivo qui a Xxazzx.
Uvi senza contare i villeggianti estivi, siamo poco più di tremila anime, e nomi a parte, le facce che si incontrano per il paese sono sempre le stesse, ed è da quando ho letto questa cosa qui sotto 🔽🔽 che continuo a chiedermi chi possa essere questo tizio.....
Mah? 😁
Giorno 59 (23+11+25) domenica
Sono le 15.45 GMT+1 si sta disputando la coppa Davis tra Italia e Spagna, e vorrei, lasciare qui due righe mie per Ornella...
Nelle notti invernali, quando l'aria è più fredda e alziamo gli occhi ad un cielo limpido sgombro da nubi, si possono vedere miriadi di stelle sparse nell'universo. Forse, ognuno di noi, insieme ad altre, ne ha una sua preferita.
Questo venerdì, una di queste ha cessato di brillare, una stella che ammiravo per la sua intelligenza, per le parole nelle sue canzoni, per la sua voce
e
soprattutto per la sua autoironia ❤️
Se non le avete giá lette da qualche altra parte, vi incollo qui un "paio" righe (🙄forse, anche qualcuna in più 😅) scritte in un editoriale apolitico* di Marco Travaglio in suo onore.
Buona lettura...
*quasi 🙄
"ORNELLA
'Marcolinooo!', 'Travagliucciooo!'. Chiamava puntualmente nell’ora più impossibile, 19.30 o 20.30, quando le persone normali stanno per cenare o hanno appena cenato, mentre qui al Fatto si titola la prima pagina. Ornella voleva sempre commentare le notizie dei tg e sapere in anteprima cos’avrei scritto il giorno dopo.
'Ma hai visto Trump?', 'E Putin?', 'Ma l’hai sentita la Meloni?', 'Mi spieghi questa cosa?', 'Che possiamo fare?', 'E ora che succederà?', 'Mi annoiavo e ti ho chiamato: dài, fammi ridere', 'Hai notizie di Renatino (Zero, ndr)? Sta bene? Sono due giorni che non riesco a parlargli', 'Ma quegli obbrobri dei grattacieli di Sala li scoprono oggi?', 'Questi davvero ci portano in guerra? Bisognerà proprio che io muoia prima'.
Ogni tanto lanciava insulti terribili in falsetto. 'Ornella, dici a me?'. 'Ma va, a Ondina, la mia barboncina'. Che poi tanta confidenza non me la meritavo. Ci conoscevamo da cinque anni, non di più, da quando Renato le rispose al telefono, le disse di essere con me a pranzo e lei mi si fece passare: 'Sei troppo pestifero perché io non ti conosca. Ma come fai a restare calmo in tv davanti a quel Bocchino? A noi ci salva l’ironia, che è la parente nobile del sarcasmo'.
Voleva sempre sapere tutto, del presente e del futuro, della vita. Progettava nuovi dischi, concerti, canzoni. Del passato parlava controvoglia: 'Mamma che annoia'.
Di solito, quando diventi intimo di un coetaneo dei tuoi genitori che rimpiange i bei tempi andati e dell’oggi e del domani vede solo il buio, lo senti come un altro papà o un’altra mamma. Ornella no, si imponeva come una sorella, addirittura una figlia: una ragazzina curiosa, capricciosa e impertinente che chiede sempre perché-perché-perché. Una monella dispettosa e leggera che fa le marachelle e poi se ne vanta.
'Questa si potrà dire? Magari la dico da Fazio, così poi non mi invitano più'. Femmina fin sulla punta dei riccioli, ma femminista sui generis, anticonformista e indipendente: 'Nella mia vita mi hanno punita più le donne che gli uomini, ma le ho perdonate tutte: io sono sempre qui, loro invece dove sono?'. Della ragazzina aveva anche la voce, a 90 anni suonati: cantava anche quando parlava.
L’ultimo tour Le donne e la musica, nel 2022, con una band tutta al femminile, fu una delizia: alla Conciliazione di Roma, siccome due mesi prima si era rotta il femore, il sipario si aprì su di lei in abito bianco seduta su una poltroncina di design, dorata come i riccioli. Ma, dopo il brano d’esordio Ornella si nasce (un autoritratto firmato Renato Zero), si arrampicò sul cavalletto porta-microfono e restò quasi sempre in piedi, accennando ogni tanto addirittura qualche passo di danza.
L’ultimo concerto, a Caracalla, fu un incanto: lei a piedi nudi sul palco che volava come una libellula senza più un’età, capace di fermare anche il tempo.
'Lo sai che a giugno mi danno la laurea alla Statale di Milano? Pensa: a 90 anni, a una somara come me! Vieni? Qualche amico lo vorrei, se puoi. Laurea Magistrale Honoris Causa in Musica, Culture, Media, Performance'. Ornella entrò nell’aula magna fra la rettrice Marina Brambilla e il trombettista Paolo Fresu: l’eleganza, la leggerezza, la libertà, la curiosità, l’ironia, l’anticonformismo, la spudoratezza, insomma la vita, tutto concentrato nella stessa persona sotto i riccioli biondi, meno rosseggianti del solito, che spuntavano dal tocco nero portato con fierezza lieve.
Nella chiacchierata tra amici, detta pomposamente 'lectio magistralis', si dipinse 'cialtrona che non ha mai studiato', disse che i suoi genitori 'sarebbero impazziti' a vederla lì, poi sintetizzò in un breve racconto antiretorico la sua divina carriera come una passeggiatina di casualità ('io non ho mai avuto l’ego degli artisti, e ormai, a furia di aspettarlo, credo che non mi arriverà più'). Gino Paoli 'ragazzo bruttino che suonava malino'. Strehler: 'Ero la sua compagna – scandalo! – e mica poteva farmi recitare, solo cantare'. Poi Albertazzi, Gaber, Fo, Jannacci, Toquinho, De Moraes, Benson, Lavezzi, Bardotti, Conte e tutti gli altri grandi, fino a Mahmood e Gabbani. La samba danzata con Ungaretti, la musica alta e quella pop, i brani immortali 'da cantare a piedi nudi per sentirne le vibrazioni'.
Il suo cruccio era di finire come la zia, vissuta fino a 107 anni, lucidissima ma prigioniera di un corpo inerte. Però, sulla morte, ci rideva sopra: 'Spero che non mi facciano monumenti o roba del genere. Potrebbero dedicarmi qualcosa al Piccolo Teatro, ma mi sa che lì è tutto già preso. Tranne forse qualche aiuola: ecco, potrebbero intestarmi un’aiuola…'. Pur essendone un simbolo, non amava più Milano: 'È diventata così brutta. Se avessi qualche anno di meno, scapperei'.
E tornava subito alla vita: 'Dove vai in vacanza? Avevo prenotato in Sardegna, ma ho letto che da quelle parti sta bruciando tutto. Magari ti raggiungo. Se no ci vediamo in Versilia, io vado lì con Renatino a rilassarmi'.
Leggeva il Fatto. Un giorno mi mandò la foto dell’abbonamento digitale appena pagato: 'Adesso che sono socia, ho diritto a chiamarti tutti i giorni'. Alle sue spalle, l’adorata assistente Veronica ridacchiava. Nel 2022 doveva essere alla nostra festa alla Casa del Jazz, poi fu trattenuta a Milano da un acciacchino, ma si collegò col nostro palco.
Da allora provammo sempre ad averla con noi in carne e ossa. E quest’anno sembrava fatta per il Circo Massimo: 'Voi mi fate le domande, io faccio la pagliaccia, come sempre, ma canto anche un po’. Due o tre brani, però, non di più se no ti schiatto sul palco'. Le chiesi un sorriso dentro al pianto e le dissi che poi saremmo andati a mangiare insieme. 'Meglio se mi fai trovare un whiskino e una cannetta'. Due settimane prima della festa chiamò con un fil di voce: 'Ho preso un batterio polmonare, sono in ospedale, devo fare riabilitazione per la voce. Sai, sono una cantante”. Infatti tornò presto quella di prima'.
Se n’è andata senz’accorgersene, in poltrona, dopo aver chiesto un gelato e una cannetta.
Che bella fine, far sorridere anche la morte...
❤️