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Rosenkreuzer

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CHI GIUDICA E CRITICA NON EVOLVE

La mancanza di stima, antipatia e sottostima del percettibile portano alla paralisi e al decadimento della conoscenza e dello sviluppo interiore.
È difficile per le persone inizialmente supporre che sentimenti quali rispetto, stima, e così via, siano rilevanti per la loro capacità di conoscere qualcosa. La ragione di ciò è la tendenza dell'uomo a pensare a quest'ultima come un'abilità indipendente e non correlata ad altri eventi dell'anima. Si dimentica però che è l'anima che possiede il dono della conoscenza. E per l'anima i sentimenti sono dei nutrimenti come il cibo lo è per il corpo.
Se dai alle pietre del corpo invece del pane, la sua attività si ferma. È lo stesso con l'anima. Per l’anima, i sentimenti di adorazione, rispetto e devozione sono sostanze nutrienti che la rendono forte e sana e, soprattutto, le danno forza per giungere all’intuizione. La mancanza di stima, antipatia e sottostima del percettibile portano alla paralisi e al decadimento della conoscenza. 
Il culto risveglia nell'anima un potere di compassione tale che risveglia qualità delle cose intorno a noi che altrimenti rimarrebbero nascoste.

 

Dr. Rudolf Steiner  - L’Iniziazione

 

 

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EROS E THANATOS 
L’amore è un bisogno di affogarsi, una tentazione di profondità. In questo assomiglia alla morte. Così si spiega perché solo le nature erotiche possiedano il senso dell’infinito. Nell’amare si scende fino alle radici della vita, fino alla freddezza fatale della morte. Nell’abbraccio non ci sono raggi in grado di trapassare, e le finestre si aprono fino allo spazio infinito, affinché uno possa precipitarvi. C’è molto di felicità e di infelicità negli alti e bassi dell’amore, e il cuore è troppo stretto per queste dimensioni...
Di tutto ciò che viene offerto alla sensibilità, l’amore è il meno vuoto, al quale non si può rinunciare senza aprire le braccia al vuoto naturale, comune, eterno. Concentrando in sé un massimo di vita e di morte, l’amore costituisce un’irruzione di intensità nel vuoto.
Avremmo potuto sopportare la sofferenza dell’amore se questo non fosse un’arma contro la decadenza cosmica, contro il marciume immanente?
E saremmo stati in grado di scivolare verso la morte, attraverso incantamenti e sospiri, se non avessimo trovato in esso una forma di essere fino al non essere?

 

~ Emil Cioran: "Sull'amore". ~

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