Bru non è una mia fan. Anzi mi tratta di merda.
Profilo BACHECA 5
Era sotto. Doveva fare qualcosa. Come sempre. Trovare una via, un modo, per farcela. Dimostrare ancora una volta che poteva superare se stessa. Pensò alle volte in cui si era sentita persa e con coraggio era riuscita a ritrovarsi. Avrebbe parlato, cantato ancora..si, ne era sicura. Ed era felice. Come quando in casa si respirava musica, cultura, si rideva, si parlava. La vita era lì davanti e non doveva fare altro che prendersela. Agire, desiderare. Il vento accarezzava la sua pelle. Il sudore era suo amico. Un profumo che conosceva bene, rinfrescante. i capelli legati. Gli occhi, là davanti, sull altra. Non riusciva ad odiarla. Giocava bene. Certo. Rimandava quasi tutto. Le stava antipatica quella gonnellina rosa, come a dire .. sono io la principessa. E quegli urli orgasmici che faceva quando batteva. Pensò un attimo alla bellezza della sua vita. I suoi. Gli amici. Ciò che aveva costruito. La palla arrivò veloce sulla dx ad uscire. Le c era. La aspettava. La colpi con un top spin incrociato e vide la gonnellina rosa cercare di rincorrerla, come se inseguisse un respiro che inciampata tra i denti. 30 ppari. Strano gioco. Non giochi mai contro l altro, ma contro di te. Nel convincerti che sei capace. Che sei piu brava. E restare lì con la testa. Non mollare mai. Far scivolare le percezioni... non pensare troppo, dilatare l attimo. Come il primo bacio rubato. Il primo amore. L ultimo. Net. Ancora due palle. Avrebbe cercato il suo rovesciò a due mani, cercando di angolare il più possibile. Si spostò di un passo sulla sx..la palla arrivò lenta tagliata, con un po di effetto ad uscire. La colpì forte, cercando quasi la linea di fondo. Gonnellino rosa se la ritrovò addosso come un cane ringhioso e ribatté una palla senza convinzione. Ci sono attimi che valgono un esistenza. Che ti porti dietro e ti cambiano. E se non lo fai sei una fessa, paurosa, senza palle.
Arrivò veloce a guadagnare campo ed angolò una smorzata lunga sulla dx. Avanzò con lucida follia ad un metro dalla rete a chiudere ogni via di fuga alla palla. Attaccare sempre. Volere. Desiderare. Le dava gioia. Si sentiva felice, viva. Buttarsi e riuscire a cogliere l inaspettato. Voleè bassa di diritto. La palla tocca il nastro, cammina sulla rete. Si prende burla delle leggi della fisica, indecisa da quale parte stare. Dove cadere. Oggi è il suo giorno. Lo sa. E se non fosse, va bene lo stesso. La palla cade. Di là. Sente tutta la leggerezza della vita, il non senso, delle cose che accadono. Ma sorprendono. Le danno piacere. Come lui, che ti desidera. 40 a 30. È match ball. Ma la sua partita l ha gia vinta. Ogni volta che si guarda allo specchio e si riconosce, si ama, si sorride. Una lacrima scende e non è sudore. È il passato e deve lasciarlo andare. Perché la vita è adesso. Batti gonnellino rosa. Io ci sono!
Immagina un bar..alimentari...tabacchi qualche tavolo fuori..vetri che proteggono, conservano ..da qualsiasi novità, solo il ripetersi di ogni giorno uguale al successivo.. porta aperta..un corridoio che se lo seguì sbatti la testa su fette biscottate, biscotti, lattine, bottiglie di vino..il bancone pieno di formaggi, salumi, .. l odore dolce che permea l aria..
C è leggerezza..persone, anime, cercano un motivo per sentirsi ancora vivi, parlano, ridono, fumano bevono..ognuno la maschera di sé stesso..ma una maschera vera, dove le rughe, i volti sciupati, i corpi goffi trattengono storie, delusioni, vite spezzate, umanità in delirio, gioco esistenziale, esistere in ogni caso.. andare avanti..come. in una giungla, dove vince solo il più forte..chi desidera di più, vuole di più.. non si lascia annientare..
Il vino corre, come un fiume, che rimane se stesso, ma la cui acqua è sempre diversa, in ogni momento..
Sorrisi..ma per lo più. Espressioni del volto, gesti che gia da soli comunicano, emozioni che escono dai corpi..prorompenti, eccessivi.
Un avvocato al bancone, uno che la sa lunga sui difetti delle persone, la cupidigia, gli interessi..stanco di tutto..anche di sé..che vive questo momento, come liberazione da tutto...Marco un capellone..curvo su se stesso come una vecchia quercia..che fa fintadi essere allegro, mentre tutto gli frana davanti..la badante, gentile e sorridente...che torna a casa e fa i conti con la sopravvivenza..felice comunque di accettare quello che le offre la vita.
Un amico, che cerca di uscire dalla sofferenza, come un maratoneta, all ultimo metro..che corre chiedendosi se ancora ne vale la pena..di andare avanti..barba, capelli trasandati..forrest gump..corro per sentirmi vivo..una corsa verso l infinito..verso un altro sé..irraggiungibile.
Due sorelle al bancone.. una dolce.. l altra più dura..forse sognante .. ha qualcosa negli occhi.. un altra realtà..gentilezza femminile in un posto da uomini..sputi per terra, madonne, battute ironiche..muse dell alchimia alcoolica, un altro giro, ancora alcool anestetizzante..la vita fa male.. desiderio di oblio, di non , di non sentire più, sospesi in un purgatorio emozionale. C è Pedro un vecchio cuoco delle navi, capelli bianchi baffi, beve troppo vino forse, ha visto cose, che noi umani...tradito dalla vita, da sua figlia ...instabilità equilibrata. C è Luca che picchia sul bancone, le parole escono torbe a tratti. l il vino gli esce dalle orecchie, insulta, impreca.Guida le ruspe, terra, sassi. Roba pesante..niente emozioni....nessuno è stato dolce con lui. Lo abbraccio gli dico dai tranquillo, sono con te... non è niente.. passa. Neanche la barista lo è, è stanca invece (sono quasi le 20), e sognandosi altrove, chiama i carabinieri. Che arrivano con la loro luce blu. Lo prendono come mamme degenerate e lo riappacificano con il presente, che è solo un nero passato. Solo il suo cane lupo è felice corre libero in questa frazione metropolitana, umana, fragile, dimenticata da Dio.
C è un tipo che racconta di non aver dormito, alle 3 camminava curvo su di sé, mani in tasca, pensieri di morte, di assenza, mancanza..impossibilità di felicità..un amico morto da poche ore.
La realtà supera la fantasia. Qui come New York la vita ti prende a calci, ti mastica e poi sputa fuori gli avanzi. Nessuno è felice. I lupi escono dal bosco, a mangiarsi avanzi di umanità.