Profilo BACHECA 120
Quando fui davanti a lui per la prima volta,
mi prese per un braccio e mi tirò a sé.
Ci baciammo. Ci baciammo subito e a lungo.
Non ci fu spazio per i saluti, le presentazioni, i convenevoli, i giri di parole...
Ci baciammo. Ci baciammo ovunque: le guance, il collo, la schiena, le caviglie, i polsi. E poi i capelli, le cosce, le mani, la nuca.
Fu un mero riconoscersi.
Clara Lorenzini
Non ho voglia di aprire la bocca
di che cosa devo parlare?
che voglia o no, sono un’emarginata
come posso parlare del miele se porto il veleno in gola?
cosa devo piangere, cosa ridere,
cosa morire, cosa vivere?
io, in un angolo della prigione
lutto e rimpianto
io, nata invano con tutto l’amore in bocca.
Lo so, mio cuore, c’è stata la primavera e tempi di gioia
con le ali spezzate non posso volare
da tempo sto in silenzio, ma le canzoni non ho dimenticato
anche se il cuore non può che parlare del lutto
nella speranza di spezzare la gabbia, un giorno
libera da umiliazioni ed ebbra di canti
non sono il fragile pioppo che trema nell’aria
sono una figlia afgana, con il diritto di urlare.
Nadia Anjuman (Herat, Dicembre 1980 – Herat, Novembre 2005) è stata una poetessa afghana.
Il più bel regalo del 2024: Tu.
Grazie Amore mio!
Passerà questo tempo come passano
tutti i giorni orribili della vita
Si placheranno i venti che ti abbattono
Stagnerà il sangue della tua ferita
L’anima errante tornerà al suo nido
Quel che ieri si perse sarà trovato
Il sole senza macchia concepito
uscirà di nuovo nel tuo costato
E dirai al mare: Come ho potuto
annegato senza bussola e smarrito
giungere al porto con le vele rotte?
E una voce ti dirà: Non comprendi?
Lo stesso vento che ha rotto le navi
è quello che fa volare i gabbiani
Óscar Hahn
Non sapevo che il buio
non è nero
Che il giorno
non è bianco
Che la luce
acceca
E il fermarsi è correre
Ancora
Di più.
Goliarda Sapienza