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   ¹² ᴰⁱᶜᵉᵐᵇʳᵉ ²⁰²⁴

 

 

 

 

Durante un seminario, una donna chiese: "Come faccio a sapere se sono con la persona giusta?"Il docente notò allora che accanto a lei sedeva un uomo robusto, così disse: "Dipende. È il tuo partner?"Lei rispose: "Come fa a saperlo?" - "Lascia che risponda a questa domanda perché è probabile che ti stia assillando." replico il docente. Ecco la risposta:
Ogni relazione ha un ciclo... All'inizio ti innamori del tuo partner. Aspetti le sue chiamate, desideri il suo contatto e ti piacciono le sue stranezze. Innamorarsi non è stato difficile. In realtà, è stata un'esperienza completamente naturale e spontanea. Non dovevi FARE niente. Ecco perché si chiama "innamorarsi".Le persone innamorate a volte dicono: "Mi sono lasciato travolgere". Immagina l'espressione. Implica che eri semplicemente lì fermo, senza far niente, e poi ti è successa una cosa. Innamorarsi è un'esperienza passiva e spontanea.
Ma dopo alcuni mesi o anni insieme, l'euforia dell'amore svanisce.
È un ciclo naturale di OGNI relazione.
Lentamente ma inesorabilmente, le telefonate diventano un fastidio (se arrivano), il contatto non è sempre gradito (quando avviene), e le stranezze del tuo partner, invece di essere carine, ti fanno uscire di testa.
I sintomi di questa fase variano a seconda della relazione; noterai una netta differenza tra la fase iniziale in cui eri innamorato e una fase successiva molto più noiosa o addirittura arrabbiata.
A questo punto, tu e/o il tuo partner potreste iniziare a chiedervi: "Sono con la persona giusta?".
E mentre rifletti sull'euforia dell'amore che provavi un tempo, potresti iniziare a desiderare quell'esperienza con qualcun altro.
È in questo momento che le relazioni falliscono.
La chiave per avere successo in una relazione non è trovare la persona giusta,
ma imparare ad amare la persona che hai trovato.
Le persone incolpano i loro partner per la loro infelicità e cercano la realizzazione fuori dalla coppia.
La realizzazione extraconiugale si presenta in tutte le forme e dimensioni.
L'infedeltà è la più comune. Ma a volte le persone si dedicano al lavoro, a un hobby, all'amicizia, alla televisione in modo eccessivo o a sostanze stupefacenti.
Ma la risposta a questo dilemma NON si trova al di fuori della tua relazione. Si trova al suo interno.
Non sto dicendo che non potresti innamorarti di qualcun altro. Potresti farlo E TEMPORANEAMENTE ti sentiresti meglio.
Ma ti troveresti nella stessa situazione pochi anni dopo.
La chiave per avere successo in una relazione non è trovare la persona giusta, ma imparare ad amare la persona che hai trovato.

Mantenere l'amore non è un'esperienza passiva o spontanea. Devi lavorarci giorno dopo giorno. Richiede tempo, impegno ed energia. E, soprattutto, richiede SAGGEZZA. Devi sapere COSA FARE per farla funzionare. Non sbagliarti.
L'amore NON è un mistero. Ci sono cose specifiche che puoi fare (con o senza il tuo partner), proprio come ci sono leggi fisiche dell'universo (come la gravità), ci sono anche leggi per le relazioni.
Se sai come applicare queste leggi, i risultati sono prevedibili.
L'amore è quindi una SCELTA.

                                                                                                                            (𐌃𐌀𐌋 Ꮤ𐌄𐌁)

 

ᙁoᥒ ʋoɠꙆɩo ᥙᥒ ᥲຕoɾᥱ ᥲ ຕᥱtᥲ̀,

Ꙇᥲᥴᥱɾᥲto,

⳽ρᥲᥴᥴᥲto ɩᥒ ᑯᥙᥱ.
ᙏɩ ຕᥱɾɩto ϙᥙᥲꙆᥴo⳽ᥲ ᑯɩ ɩᥒtᥱɾo, ɩᥒtᥱᥒ⳽o ᥱ ɩᥒᑯɩ⳽tɾᥙttɩᑲɩꙆᥱ.

(ᖴɾɩᑯᥲ КᥲᖾꙆo)

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₁₁ 𝑑ᵢ𝑐ₑ𝑚𝑏ᵣₑ ₂₀₂₄

 

 

Questo episodio di cronaca, l'ennesimo, è accaduto non lontano da casa mia.

Desidero condividere con voi una riflessione personale, se deciderete di proseguire nella lettura.

Lunedì alle 13:30 a Giussano, in Via Prealpi, una giovane di 24 anni è stata vista correre in cerca di aiuto, dopo essere stata accoltellata alle spalle dal suo ex fidanzato. La ragazza è stata ricoverata in gravi condizioni. Il suo ex, un marocchino di 26 anni, aveva già minacciato di "ammazzarla e rovinarla con l'acido". Nel novembre 2023, aveva tentato di aggredirla con l'acido, ma non era riuscito "completamente" nel suo intento. Al momento dell'accoltellamento, era già sotto accusa per stalking e lesioni. Ha approfittato di un permesso di uscita, violando così il divieto di avvicinamento, per compiere l'atto violento. Un esempio, tra tanti, di donne che denunciano, denunciano e ancora denunciano, MA il carnefice è sempre “alle spalle”, pronto ad uccidere. Sono misure restrittive sufficienti?

 

Ieri sera ho seguito la trasmissione "Sopravvissute", interviste a donne che, come dice il titolo, sono sopravvissute a maltrattamenti, violenza psicologica, violenza fisica e tentativi di omicidio da parte dei loro partner. Si tratta di storie difficili, segnate da anni di paure, indagini, detenzioni, arresti e, infine, questi criminali, non avendo portato a termine l'intento omicidiario, sono ANCORA a piede libero.

A conclusione dell'episodio, dedica finale, una frase di Cesare Pavese:

"Ma ricordati sempre che i mostri non muoiono. Quello che muore è la paura che t'incutono."

Ma... Davvero? Davvero è possibile che la paura che i "mostri" suscitano scompaia?

Ci sono ancora donne sole, tormentate dall'incubo che il loro aguzzino possa tornare mentre le Istituzioni e il sistema giudiziario sembrano voltare le spalle.

Ho la convinzione che i mostri godano di complici, soprattutto quando,  rei di crimini efferati,  usufruiscno della condizionale a metà pena.

Indovinate quale sarà la loro destinazione?

 

Ogni storia raccontata contribuisce a creare una crepa a questo “muro della vergogna” -

 

 

 

 

 

 

 

 

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 10 DιƈҽɱႦɾҽ 2024

 

 

 

 

Siamo capaci di comunicare, scrivere e dimostrare il nostro affetto?

Poiché ciò che condividiamo, post dopo post, rivela molto su di noi; ritengo sia fondamentale dedicare tempo e attenzione a cose e persone che sono veramente rilevanti nella nostra vita.

Le Priorità-    -  Primo: i nostri figli. -

 

"Non stai crescendo da solo perché io, come madre, cresco, accanto a te, non ti lascio né ti trattengo, ma ci sono quando perdi l'equilibrio.
Il tuo tempo è anche il mio, i tuoi successi dai tuoi primi passi sono anche miei.
Di fianco, per guardarti: i miei occhi che esprimono il mio bene immutabile, i miei occhi, per non perderti di vista neanche quando ti allontani.
Non è necessario che tu allunghi la mano per trovare la mia, non l'ho mai mollata.
Ti amo più di ogni altra cosa, senza alcuna condizione, indipendentemente da ciò che fai o non fai.

Sono profondamente grata alla vita per avermi dato la possibilità di essere madre, e soprattutto di essere  tua madre."ఌ♡

 

 

 

 

 

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⁰⁷ ᴰⁱᶜᵉᵐᵇʳᵉ ²⁰²⁴       ⁽ᴮᵘᵒⁿ ᶠⁱⁿᵉ ˢᵉᵗᵗᵐᵃⁿᵃ⁾

 

 

༻✿༺

Questa piattaforma social sembra permettere agli utenti di utilizzare un numero elevato di pseudonimi. Non mi sorprende affatto trovarmi a interagire con la stessa persona sotto nickname diversi. (This is close to insanity.)

Prestarsi a questo gioco è affascinante: osservare come avvenga questo scambio di identità, con stili di linguaggio e comportamenti variabili a seconda del “personaggio” maschile o femminile interpretato - (Tuttavia, ogni gioco richiede il consenso dei partecipanti) -

Le ragioni dietro a queste scelte (che siano ludiche o cliniche) sono e rimarranno un problema esclusivamente loro.

Non intendo approfondire le dinamiche interpersonali in queste situazioni social.
 

Pensiero dedicato a te, Tizio, Pinco Pallo o Caio Sempronio:

       “IL PRIMO PASSO VERSO LA FOLLIA È CREDERSI SAGGIO”.

 

[Ho sempre avuto grandi difficoltà a gestire la polvere.]

                                                                                                                                                         ༻✿༺

 

 

 

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⁰⁵ ᴰⁱᶜᵉᵐᵇʳᵉ ²⁰²⁴

 

 

 

 

 

Una persona che dice sempre in modo diretto, anche in modo brutalmente diretto, quello che pensa, colei che viene definita “senza peli sulla lingua” perché non teme di esprimere la propria opinione in modo franco, può risultare sgradevole e antipatica.

Eppure, come è fondamentale avere un'amicizia che manifesti affetto nei nostri confronti, è altrettanto importante avere qualcuno che, con sincerità e rispetto, sappia essere s c h i e t t o con noi.

Le critiche costruttive e la verità, anche se possono risultare scomode da ascoltare, sono essenziali.

Stiamo percorrendo sentieri pericolosi e commettendo errori. Un vero amico ci avverte, ci consiglia, esprimendosi con ogni buona intenzione: il nostro bene, aiutandoci a riconoscere le opportunità di crescita. Ci fornisce sostegno e ci sta vicino, anche quando, dopo aver preso decisioni errate, dobbiamo affrontare le conseguenze delle nostre azioni. Senza giudicarci. Senza sminuirci.

                      Essendoci (punto).

Riflettiamo: avere accanto solo persone che confermano le nostre opinioni, che ci lodano e ci “solleticano le orecchie” può davvero essere considerata un'amicizia autentica?

Non si può negare che ognuno di noi abbia margini di crescita, e chi meglio di un amico sincero può fornici gli elementi necessari per progredire.

[I migliori amici si aiutano a vicenda a diventare la versione migliore di se stessi. Cit.]

Riflettiamo su noi stessi: proviamo antipatia nei confronti di chi è schietto, o è piuttosto la verità rivelata che respingiamo?

Se nella vostra vita c'è qualcuno che non teme di dirvi la verità, apprezzatelo. Un giorno vi accorgerete di quanto sia stato prezioso questo suo modo di essere.

Per avere amici come questi, è necessario che anche noi siamo amici così.

 

 

 

 

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✬ڿ✬ È un post di parte, e non so quanti si possano identificare in queste parole.

Io sono cresciuta in un'epoca in cui non c'erano obblighi per allacciare le cinture di sicurezza in auto. Andavamo in bicicletta, vivendo giornate piene di avventure, lanciandoci giù per le discese, senza casco – e a volte anche senza freni! - Sì, qualche volta finivamo a terra con cadute brusche, ma non era un problema: faceva parte del divertimento, della sfida, del modo in cui imparavamo a rialzarci. Le strade sterrate erano prive di auto, solo la natura a fare da sfondo alle nostre scorribande.

Bevevamo acqua da ogni fonte, senza pensare a portare una bottiglietta di minerale pronta all'uso.

La scuola finiva e tornavamo a casa da soli o con qualche amico che condivideva il nostro tragitto, giusto in tempo per pranzare e salutare mamma e papà. Poi passavamo il resto della giornata all'aperto, con una sola regola: tornare a casa prima del tramonto.

Spesso usavamo la scusa di dover fare i compiti a casa di compagni di classe; eravamo sempre in movimento, sempre all'aperto, sempre in gioco. Nessuno possedeva un cellulare per tenerci sotto controllo, e nessuno si preoccupava se eravamo irraggiungibili. La libertà era totale, ovviamente con le dovute raccomandazioni e le conseguenze dirette dei guai che combinavamo. E se i guai erano seri, era raro che incolpassimo qualcun altro o mentissimo; altrimenti, le conseguenze le avremmo subite a casa. (Con qualche scapaccione.)

Si socializzava nelle piazze e per le strade; pochi spiccioli per comprare un ghiacciolo o gelato nei bar. Nessuna geocalizzazione Maps Non c'erano PlayStation, telefoni o altri dispositivi tecnologici. I nostri trofei erano ginocchia sbucciate, lividi e persino ossa rotte. Tuttavia, avevamo qualcosa di molto più prezioso: amici reali.

A scuola, non tutti eccellevano, e chi non veniva promosso ripeteva l'anno senza drammi. Non era necessario uno psicologo per affrontare la situazione; accettavamo il fallimento come una parte naturale della vita. Eravamo educati al rispetto per ciò che ci circondava, per gli adulti, e alla cura degli anziani.

 

La mia adolescenza ha significato crescita, cambiamento e ha segnato l’inizio di un viaggio turbolento verso l'età adulta. Non avevo spazi limitati, circoscritti e tutte quelle norme riguardo alla sicurezza e al controllo, ho imparato ad usare più la capacità di pensiero che le “regole”. Ma non sono una sopravvissuta; al contrario, le piccole scorribande, il cadere e rialzarsi mi hanno forgiata e proiettata verso l'esterno.

 

Ho impresso nella memoria anni di gioia e divertimento..•°*”˜𖥸  

 

 

 

 

 

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❀°”ˆ˜¨Ognuno di noi possiede una vita intricata, tagli e forme di un diamante grezzo poi lavorato, sfaccettature che spesso sfuggono alla vista altrui.

Vedi persone innamorarsi follemente, tradite e tradire a loro volta. Vedi persone che predicano la virtù, poi cadono vittime delle tentazioni. Vedi credenti dubitare e atei trovare la fede. Vedi persone qualunque risalire la china del successo e geni affondare nella pazzia.

La vita è un palcoscenico dove ognuno recita la propria parte, a volte in modi inaspettati, sorprendenti sia per gli altri che per sé. La nostra storia è interiore; ciò che appare all'esterno rappresenta solo una frazione di chi siamo realmente. Determinare la complessità umana è come tentare di misurare l’oceano con un semplice cucchiaino: è un’impresa vana, considerato che ognuno di noi, volente o nolente, ha la possibilità di molteplici cambiamenti.

Le peculiarità umane devono essere accettate e rispettate, anche quando non le comprendiamo o non le condividiamo.

Non dobbiamo fare nulla, non dobbiamo cambiare nulla. Essere semplicemente presenti a noi stessi, vedendo tutto quello che c’è così com’è.

(Da questo punto, agisci per il tuo bene, senza temere il giudizio altrui.)°”ˆ˜¨❀

 

 

 

 

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    [Fra le righe]

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✩  29 ŋơ۷ɛɱცཞɛ 2024 ✩

 

˜”*°•.Tralasciando la questione personale di Johnny Depp, condivido il suo pensiero:

 

Ciò che scegli di tollerare più di una volta inevitabilmente diventerà un modello che si ripeterà. Non stabilendo limiti chiari, insegni agli altri – e a te stesso – che certi comportamenti o situazioni sono accettabili, anche se ti mettono a disagio o ti danneggiano. Ogni volta che permetti qualcosa che va contro i tuoi principi o il tuo benessere, apri la porta perché si ripeta. Stabilire dei limiti non è solo una questione di fermezza, ma di rispetto verso se stessi.”

 

Condivido questa affermazione perché il concetto di tolleranza è un'arma a doppio taglio: da un lato, è essenziale per una convivenza pacifica e per il rispetto delle diversità; dall'altro, quando viene estesa a circostanze che ci feriscono o compromettono il nostro benessere, può rivelarsi nociva. La reiterazione di tali situazioni genera un modello, un ciclo che diventa progressivamente più difficile da interrompere.

Tracciare dei confini è un gesto di rispetto verso sé stessi. Non si tratta solo di declinare determinate richieste altrui, ma di esprimere apertamente e con fermezza cosa accettiamo e cosa no, per il nostro benessere. Questo non solo salvaguarda la nostra integrità personale, ma favorisce anche relazioni più sane, fondate sul rispetto reciproco e sulla comprensione dei bisogni e dei desideri di ciascuno..•°*”

 

 

 

 

 

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❃𝟚𝟟 ℕ𝕠𝕧𝕖𝕞𝕓𝕣𝕖 𝟚𝟘𝟚𝟜❃๔ 

 

 

 

 

❃𝕌𝕟𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕤𝕠𝕟𝕒 𝕕𝕚 𝕓𝕦𝕠𝕟 𝕔𝕦𝕠𝕣𝕖 è 𝕚𝕟 𝕘𝕣𝕒𝕕𝕠 𝕕𝕚 𝕡𝕖𝕣𝕔𝕖𝕡𝕚𝕣𝕖 𝕤𝕗𝕦𝕞𝕒𝕥𝕦𝕣𝕖 𝕟𝕖𝕝 𝕥𝕠𝕟𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕧𝕠𝕔𝕖 𝕖 𝕕𝕚 𝕔𝕠𝕘𝕝𝕚𝕖𝕣𝕖 𝕖𝕤𝕡𝕣𝕖𝕤𝕤𝕚𝕠𝕟𝕚 𝕟𝕖𝕘𝕝𝕚 𝕠𝕔𝕔𝕙𝕚, 𝕣𝕚𝕔𝕠𝕟𝕠𝕤𝕔𝕖𝕟𝕕𝕠 𝕖𝕞𝕠𝕫𝕚𝕠𝕟𝕚 𝕔𝕠𝕞𝕖 𝕡𝕒𝕦𝕣𝕒, 𝕡𝕣𝕖𝕠𝕔𝕔𝕦𝕡𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖 𝕖 𝕥𝕣𝕚𝕤𝕥𝕖𝕫𝕫𝕒.
ℂ𝕙𝕚 è 𝕓𝕦𝕠𝕟𝕠 𝕠𝕤𝕤𝕖𝕣𝕧𝕒 𝕥𝕦𝕥𝕥𝕠: 𝕦𝕟 𝕤𝕠𝕣𝕣𝕚𝕤𝕠 𝕗𝕠𝕣𝕫𝕒𝕥𝕠, 𝕦𝕟𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕠𝕝𝕒 𝕟𝕠𝕟 𝕕𝕖𝕥𝕥𝕒, 𝕖 𝕣𝕚𝕖𝕤𝕔𝕖 𝕒 𝕧𝕖𝕕𝕖𝕣𝕖 𝕥𝕖 𝕒𝕟𝕔𝕙𝕖 𝕥𝕣𝕒 𝕝𝕒 𝕗𝕠𝕝𝕝𝕒 𝕕𝕚 𝕧𝕠𝕝𝕥𝕚 𝕒𝕟𝕠𝕟𝕚𝕞𝕚. 𝕊𝕖 𝕦𝕟𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕤𝕠𝕟𝕒 𝕓𝕦𝕠𝕟𝕒 𝕙𝕒 𝕝𝕒 𝕤𝕖𝕟𝕤𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖 𝕕𝕚 𝕒𝕧𝕖𝕣 𝕠𝕗𝕗𝕖𝕤𝕠 𝕢𝕦𝕒𝕝𝕔𝕦𝕟𝕠, 𝕤𝕚 𝕥𝕠𝕣𝕞𝕖𝕟𝕥𝕒 𝕡𝕖𝕣 𝕚𝕝 𝕕𝕠𝕝𝕠𝕣𝕖 𝕔𝕙𝕖 𝕔𝕣𝕖𝕕𝕖 𝕕𝕚 𝕒𝕧𝕖𝕣 𝕔𝕒𝕦𝕤𝕒𝕥𝕠.
ℚ𝕦𝕒𝕟𝕕𝕠 𝕝𝕖 𝕡𝕖𝕣𝕤𝕠𝕟𝕖 𝕕𝕒𝕝 𝕔𝕦𝕠𝕣𝕖 𝕓𝕦𝕠𝕟𝕠 𝕒𝕧𝕧𝕖𝕣𝕥𝕠𝕟𝕠 𝕔𝕙𝕖 𝕟𝕠𝕟 𝕔'è 𝕔𝕦𝕣𝕒 𝕟𝕖𝕚 𝕝𝕠𝕣𝕠 𝕔𝕠𝕟𝕗𝕣𝕠𝕟𝕥𝕚, 𝕟𝕠𝕟 𝕣𝕖𝕒𝕘𝕚𝕣𝕒𝕟𝕟𝕠 𝕔𝕠𝕟 𝕦𝕣𝕝𝕒, 𝕞𝕒 𝕡𝕠𝕣𝕥𝕖𝕣𝕒𝕟𝕟𝕠 𝕚𝕝 𝕝𝕠𝕣𝕠 𝕕𝕠𝕝𝕠𝕣𝕖 𝕕𝕖𝕟𝕥𝕣𝕠 𝕕𝕚 𝕤é. 

𝕊𝕚 𝕒𝕝𝕝𝕠𝕟𝕥𝕒𝕟𝕖𝕣𝕒𝕟𝕟𝕠 𝕔𝕠𝕟 𝕕𝕠𝕝𝕔𝕖𝕫𝕫𝕒 𝕖 𝕤𝕚𝕝𝕖𝕟𝕫𝕚𝕠, 𝕤𝕖𝕟𝕫𝕒 𝕞𝕒𝕚 𝕥𝕠𝕣𝕟𝕒𝕣𝕖.
ℕ𝕠𝕟 𝕤𝕞𝕖𝕥𝕥𝕖𝕣𝕒𝕟𝕟𝕠 𝕕𝕚 𝕖𝕤𝕤𝕖𝕣𝕖 𝕓𝕦𝕠𝕟𝕚, 𝕞𝕒 𝕟𝕠𝕟 𝕤𝕚 𝕗𝕚𝕕𝕖𝕣𝕒𝕟𝕟𝕠 𝕡𝕚ù 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕖 𝕥𝕦𝕖 𝕔𝕒𝕣𝕖𝕫𝕫𝕖.ﻻ¸„.-•~°”ˆ˜¨ ♡

 

 

 

 

 

 

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