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Er_Conte_Ciriola

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Er_Conte_Ciriola più di un mese fa

Da quanno che mì Madre m'ha lassato

i'ogni 'ssera parlo all'angioletto

lui me stà accanto da quanno che sò nato

praticamente lui de me, sà tutto

je dico, chissà 'e vorte che tu m'hai sarvato

da 'na disgrazia brutta, 'n incidente

e quante vorte m'avrai aiutato

a fà 'a cosa giusta, a esse più forte

ma adesso io c'ho 'n dubbio che me rode

io c'ho 'na cosa che me fà stà 'n pena

'o sò che tu sei 'n'angelo custode

e sei legato a me da 'na catena

ma tu ciai l'ali e poi volà lì in arto

lassame perde, staccate da 'st'omo

và da mì Madre e stà cò Lei, lì accanto

e dije quanto me manca e quanto l'amo

così cò 'e preghiere che gliè manno

'a fai riposà in pace, Angelo mio

solo pè questo a te m'ariccomanno

che 'a 'sta vitaccia mia, ce penso io !!!

 

 

 

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Er_Conte_Ciriola più di un mese fa

Il fine settimana, quando il camion era fermo in cortile e papà era finalmente a casa, non servivano giocattoli costosi: bastava aprire quella porta pesante, arrampicarsi su quel gradino e la cabina diventava un mondo. Lì si improvvisavano viaggi senza fine, imitando il rumore del motore con la bocca, suonando clacson immaginari per insultare automobilisti inventati, fermandosi a chiedere informazioni a passanti che esistevano solo nella fantasia.
Ogni destinazione era rubata alle chiacchiere dei grandi: nomi esotici e misteriosi che sentivi bisbigliare tra un bicchiere di vino e una sigaretta in cucina, quando papà e i suoi amici parlavano di viaggi lontani. Tu stavi lì, in religioso silenzio, ad ascoltare, con gli occhi spalancati. Poi correvi in cabina a ripetere quelle parole come formule magiche, e all’improvviso eri già su una strada che portava oltre il confine.
Era un teatro infantile ma allo stesso tempo un’iniziazione: quel camion fermo nel cortile non era solo un mezzo da lavoro, era un portale per i sogni.
Er C.

 

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Er_Conte_Ciriola più di un mese fa

Essere maschi è natura. 

E' diventare Uomini che è complicato ! ! !

 

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Er_Conte_Ciriola più di un mese fa
Avevamo il giubbotto con le spalline, gli stivali camperos e il gel nei capelli. Alle 17 andavamo in discoteca e alle 20.30 eravamo già a tavola per cenare con la famiglia.
Facevamo gli scemi sui motorini nella speranza di attirare l'attenzione delle ragazze che facevano finta di non guardare ma ridevano tra loro. Si muovevano leggiadre nelle loro gonne che sembravano fatte di mille toppe diverse.
I compleanni si festeggiavano in casa, i mobili del soggiorno accatastati alle pareti, mentre i genitori, i nonni e i fratellini piccoli dovevano restare in cucina. Ma alla fine anche loro facevano apparizione.
Noi maschi speravamo sempre nei balli lenti per poter stringere la ragazza, i più disinibiti osavano rischiare mettendo una mano nella tasca posteriore dei suoi jeans. E questo era il massimo dell'erotismo di cui eravamo capaci.
A queste feste accadeva sempre che nascessero nuove coppie, mentre altre si chiudevano.
Ci sentivamo i padroni del mondo, ma andavamo a chiedere le diecimila lire a nostro padre e con quella banconota la ricchezza era assicurata.
Non portiamo più le spalline, non abbiamo gel nei capelli e nemmeno i camperos, abbiamo dimenticato anche i nomi delle ragazze a cui giurammo amore eterno.
Dietro gli occhiali abbiamo gli occhi stanchi per quanta vita abbiamo visto. Guardiamo con disappunto i brufolosi di oggi esattamente come i nostri genitori guardavano noi.
Ricordiamo come se fosse ieri cose accadute quasi cinquant'anni fa e quando ci rendiamo conto della quantità di tempo restiamo basiti chiedendoci com'è successo che sia volato.
Ci sentiamo energici, ci diciamo che la gioventù l'abbiamo dentro e in effetti siamo più giovanili di quanto non lo fossero i nostri genitori a questa età, ma al mattino sembriamo lo stesso dei crackers finché non si sciolgono le articolazioni.
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Er_Conte_Ciriola più di un mese fa
🚨 Un messaggio importante per tutti gli automobilisti - soprattutto per coloro che non sanno nulla sul trasporto di cavalli 🐴
Se vedi un rimorchio per cavalli che viaggia a grande distanza dal veicolo, non si tratta di un errore né di una prudenza eccessiva.
Questa distanza è volutamente scelta ed è vitale.
👉 Un rimorchio che trasporta cavalli non frena come una normale auto, e una frenata brusca può avere conseguenze gravi.
👉 All'interno i cavalli - senza cintura di sicurezza, senza sostegno. Qualsiasi frenata improvvisa o curva brusca può sbilanciarli, buttarli a terra... o addirittura capovolgere il rimorchio.
👉 Un animale può essere gravemente ferito in frazioni di secondo - a volte anche senza collisione.
Vedi questa immagine: una cavalla protegge il suo puledro - silenzioso, teso.
Non ha alcun modo di trattenersi se il bambino si agita o oscilla.
Il mio unico modo per proteggerli è guidare lentamente, dolcemente e con una grande distanza di sicurezza.
🙏 Quindi, per favore:
Non spingerci troppo
Non ci superi in fretta
Non tagliare la distanza di sicurezza che manteniamo consapevolmente
🚦 Non si tratta di diritto di precedenza.
Si tratta di rispetto.
Gli esseri viventi che ci sono dentro, vulnerabili, sensibili, bisognosi di protezione.
❤️ Se ami gli animali - o hai solo un po' di cuore - mantieni la distanza.
La maggior parte delle persone non vuole fare del male.
Solo che non lo sanno.
Ora lo sai.
Grazie per aver condiviso questo messaggio -
per la sicurezza dei cavalli...

 

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