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Il Gioco degli Specchi
Gli antichi costruirono Valdrada sulle rive d’un lago con case tutte verande una sopra l’altra e vie alte che affacciano sull’acqua i parapetti a balaustra. Così il viaggiatore vede arrivando due città: una diritta sopra il lago e una riflessa capovolta.
Non esiste o avviene cosa nell’una Valdrada che l’altra Valdrada non ripeta, perché la città fu costruita in modo che ogni suo punto fosse riflesso dal suo specchio, e la Valdrada giù nell’acqua contiene non solo tutte le scanalature e gli sbalzi delle facciate che s’elevano sopra il lago ma anche l’interno delle stanze con i soffitti e i pavimenti, la prospettiva dei corridoi, gli specchi degli armadi.
Gli abitanti di Valdrada sanno che tutti i loro atti sono insieme quell’atto e la sua immagine speculare, cui appartiene la speciale dignità delle immagini, e questa loro coscienza vieta di abbandonarsi per un solo istante al caso e all’oblio.
Anche quando gli amanti danno volta ai corpi nudi pelle contro pelle cercando come mettersi per prendere l’uno dall’altro più piacere, anche quando gli assassini spingono il coltello nelle vene nere del collo e più sangue grumoso trabocca più affondano la lama che scivola tra i tendini, non è tanto il loro accoppiarsi o trucidarsi che importa quanto l’accoppiarsi o trucidarsi delle loro immagini limpide e fredde nello specchio.
Lo specchio ora accresce il valore delle cose, ora lo nega. Non tutto quel che sembra valere sopra lo specchio resiste se specchiato. Le due città gemelle non sono uguali, perché nulla di ciò che esiste o avviene a Valdrada è simmetrico: a ogni viso e gesto rispondono dallo specchio un viso o gesto inverso punto per punto.
Le due Valdrade vivono l’una per l’altra, guardandosi negli occhi di continuo, ma non si amano.
Italo Calvino - Le città Invisibili
L'Ordine e il Caos
Nell'era di internet, di facebook, delle community, delle fake news montate ad arte sui social, tra le righe di questo romanzo affiorano alcuni passaggi di una limpidezza e una chiarezza disarmanti su quello che ci accade intorno. Chi semina amore forse non raccoglierà del tutto i frutti del proprio sudore, ma di certo chi semina vento, raccoglie sempre e soltanto tempesta. Chi avvelena le falde in cui beve, prima o poi ne resterà avvelenato.
La Strategia dell'Emozione
L'oceano emotivo che ha travolto la nostra società sta progressivamente erodendo lo spazio sociale e politico marginalizzando lo spirito critico e la ragione stessa. Se è vero, come ha detto Hegel, che «nulla di grande può essere realizzato senza passione», questo impero dell'emozione, che depoliticizza gli eventi concentrandosi sugli effetti e non sulle cause, sta minando la capacità dell'individuo di scegliere, decidere, conoscere. Col fazzoletto in mano, l'individuo si abbandona a una facile emotività che lo depotenzia, mentre «coloro che sanno», gli «adulti» che detengono il potere, si occupano di mandare avanti il mondo. Una strategia ben congegnata che riduce i cittadini a uno stato di subalternità infantile neutralizzando ogni spirito di rivolta. Questo controllo sociale giocato sul registro emozionale, di cui si analizzano le manifestazioni più deleterie come il narcisismo compassionevole da social network o l'ossessione mediatica per le breaking news, sta mettendo a rischio la nostra vita democratica.
Anne-Cécile Robert
La notte alle spalle
incontro al giorno
lungo il cammino
conto i fili d'erba
ai bordi delle strade.
Finché c'è musica
c'è vita.
Sono una mina vagante.
Respiro l'alito dell'universo
e sogno l'immenso.
Mi perdo, cado,
e mi rialzo.
Sanguinante,
infangato,
ma vivo.
Ornato
di stupore
muto.









